La Asl Lanciano-Vasto-Chieti vuole adibire gli infermieri al trasporto salme e il sindacato scende sul piede di guerra. Il Nursing Up chiede all’azienda sanitaria di fare immediata marcia indietro, altrimenti «a tutela dei nostri professionisti, ricorreremo agli organi competenti», afferma la consigliera referente regionale, Patrizia Bianchi, «al fine di evitare un utile contenzioso e conseguentemente di procedere presso le sedi operative».
Lo scrive in una lettera indirizzata al direttore generale della Asl, Thomas Schael, al direttore sanitario, Angelo Muraglia, a Fernando Di Vito della direzione medica ospedaliera di Chieti-Ortona, alla direttrice dell’unità operativa complessa di Pianificazione dinamiche e sviluppo del personale, Manuela Loffredo, e al servizio obitoriale di Chieti
L’organizzazione sindacale degli infermieri «sconcertata per quanto comunicato dall’azienda Asl di Chieti in merito alla disposizione operativa emessa dal dottor Fernando Di Vito, concernente il trasporto delle salme dalle unità operative al servizio obitoriale. Risulta chiaro», si legge nella missiva, «che il personale sanitario afferente alla propria unità operativa deve garantire supporto all’unico operatore necroforo in servizio ordinario o i regime di reperibilità costringendo l’infermiere a svolgere mansioni assistenziali improprie, nonostante sia ormai chiaro e incontrovertibile che lo stesso si caratterizza come profilo intellettuale e culturale prevalente rispetto a quello manuale».
«Per il Nursing Up la misura è colma», perché «l’utilizzo delle unità infermieristiche e degli operatori socio sanitari nella turnistica è rapportato in base al numero di degenti che necessitano assistenza e non in base al numero di salme da trasportare nel servizio obitoriale, in modo che i professionisti sanitari possano erogare qualità e sicurezza nelle cure secondo quanto previsto dalle normative vigenti e da diversi studi di letteratura scientifica».
«Casomai ve ne fosse la necessità, è necessario ricordare all’esimio direttore che l’ambito normativo all’interno del quale agisce il professionista infermiere», infatti «il nuovo profilo professionale traghetta la figura infermieristica da mero esecutore a professionista intellettuale, competente, autonomo e responsabile». Inoltre «le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria. Pertanto non è previsto alcun trasporto della salma, proprio perché la finalità della professione infermieristica è quella di garantire assistenza ai pazienti in vita».
Quindi «ribadiamo con forza – conclude Patrizia Bianchi – che le mansioni inferiori sono vietate e non ammesse neppure di fatto. Demansionare l’infermiere significa cagionare un danno alla professionalità, immediatamente risarcibile».