I nuovi ospedali rischiano di diventare cattedrali nel deserto senza l’assunzione di personale sufficiente. A lanciare l’allarme è Adamo Bonazzi, segretario generale dell’Fsi-Usae, sindacato autonomo che ieri pomeriggio ha celebrato a Vasto il suo congresso provinciale.
A margine dei lavori congressuali, il leader nazionale ha parlato a Chiaro Quotidiano dei nuovi ospedali abruzzesi, che saranno costruiti a Vasto, Lanciano e Avezzano, per cui in settimana è stato firmato il nuovo accordo di programma tra la Regione Abruzzo e i ministeri della Sanità e dell’Economia [LEGGI]: «Se il Piano sanitario regionale sarà fatto male, le nuove strutture resteranno vuote sul piano operativo. Il personale di vent’anni fa non è sufficiente per le nuove metodiche di cure. Una volta si facevano le diagnosi con la palpazione, oggi tramite decine di esami, con il relativi costi di attrezzature, reagenti e personale necessario. Sono necessari 40mila infermieri e 5-7mila tecnici in più nel sistema dell’emergenza. Sul domiciliare sette infermieri per 100mila abitanti sono pochi. La pandemia ci ha, inoltre, insegnato che il sistema dei medici di famiglia non copre le necessità».
«Il Pnrr nella sanità riguarda solo i finanziamenti relativi agli immobili», fa notare Bonazzi. «Le linee guida dell’assistenza territoriale sono state modificate in base a due concetti: che la popolazione invecchia e che è meglio curare la gente a casa propria invece che in ospedale. Noi vogliamo una sanità che soddisfi i cittadini e sia a misura degli operatori, che non devono essere costretti ad affrontare una guerra, come chi lavora nei Pronto soccorso. Curare il più possibile a casa è un paradigma poco corretto in un Paese turistico come il nostro, in cui c’è anche una forte mobilità interna. Le località turistiche come Vasto triplicano i residenti d’estate, devono affrontare nella stagione estiva problematiche come incidenti stradali, ferite, febbre dei bambini, perciò hanno bisogno di curare le persone in ospedale. La questione è portare la sanità nel territorio, quindi le cure domiciliari non siano considerate la panacea di tutti i mali. In Italia dopo il 2010 sono stati chiusi 180 ospedali territoriali, a testimonianza della scarsa sensibilità verso questo tema».
Al congresso territoriale è stata presentata un’unica mozione, illustrata in assemblea dal segretario uscente e confermato, Raffaello Villani. Del dibattito sono stati relatori Bonazzi e l’avvocato Luca Damiano, legale del sindacato, che ha parlato della responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie.
LE ELEZIONI – I votanti sono stati 97. Ecco i delegati eletti al congresso nazionale, in programma dal 28 aprile al 1° maggio: Mira D’Ippolito (67 voti), Camillo Vitelli (59), Sara Garafone (31), Leonardo Massimini (30).
Confermato segretario territoriale dell’Fsi-Usae di Chieti Raffaello Villani. Componenti la segreteria territoriale: Angelo D’Antonio, Mira D’Ippolito, Alfredo Di Stefano, Giovanni Lemme, Alessio Marcotullio, Leonardo Massimini, Antonio Monteodorisio, Simona Salvatore e Camillo Vitelli.