Venticinque anni fa la prima dopo i restauri del teatro Fenaroli

Venticinque anni fa la città era in fermento, in attesa di tirare fuori l’abito buono per la riapertura delle porte del teatro Fenaroli, chiuso per restauri per oltre 15 anni e pronto a mostrarsi al pubblico in tutto il suo splendore con il concerto dei Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone, con la straordinaria partecipazione di Uto Ughi al violino. 

Quindici lunghi anni di porte serrate, luci spente e sipario tristemente chiuso, finalmente, in quell’8 febbraio del 1998 diventarono d’un tratto solo un ricordo per i tanti che vollero essere presenti a godersi lo spettacolo e il nuovo Fenaroli, la nuova casa della cultura di Lanciano.

Il concerto dell’8 febbraio 1998 in una foto dall’archivio dello studio “Eventi e Congressi”

Ma in cosa consistette il restauro ad opera dell’architetto Luigi Caliterna e l’ingegner Domenico Nativio? Si procedette, in primo luogo, al rifacimento della copertura del teatro e del controsoffitto per poi procedere con il ripristino dei due ordini di palchi a suo tempo eliminati ed il consolidamento della intera struttura. Sono stati poi creati foyer e fumoir e ricavato uno spazio per il guardaroba all’ingresso. Per quanto riguarda la zona palcoscenico, è stato poi previsto un ampliamento funzionale nel quale hanno trovato posto i camerini per gli attori, i cameroni per il coro e le comparse, gli spogliatoi per i professori d’orchestra, servizi igienici e scale di sicurezza. 

Ma come fu quella prima serata? «Ricordo quel momento come il più emozionante dei miei anni di lavoro a teatro – dice Rossella Piccirilli, dello Studio Eventi e Congressi, che da allora gestisce l’organizzazione delle stagioni teatrali del teatro Fenaroli -. È stato come vedere rifiorire la cultura sotto i nostri occhi». Una cultura che da allora non ha mai abbandonato il palco del teatro frentano, calcato da tanti nomi importanti. Da Giorgio Albertazzi a Gigi Proietti, «il grande teatro italiano è passato da qui – ricorda la Piccirilli -. Ma il bello del teatro, di questo teatro, è anche la creazione di rapporti umani che vanno oltre il lavoro ed il palco. Come non ricordare Giuliano Pizzacalla? Lo storico custode del Fenaroli che per anni fu la sua vera anima, forse più di attori e musicisti».

E oggi, dopo tanti anni, la forza del teatro Fenaroli non sta tanto nei grandi nomi che continuano a calcare il suo palco, ma nel legame che continua ad esserci con la città, a partire dall’opportunità che viene data ai ragazzi delle scuole, prima degli spettacoli, di incontrare e poter parlare a tu per tu con attori ed interpreti. Un teatro, il Fenaroli, che ha fatto da scenografia al videoclip “Senza cielo” di Raf, nel 2011 ed esattamente dieci anni dopo, ha saputo reinventarsi ed essere aperto, grazie alla rassegna in streaming Re-Live, anche durante la pandemia, quando il sipario era solo un’utopia.

«Il teatro è per me un luogo sacro perché, come diceva il grande Proietti, a teatro tutto è finto ma niente e falso – afferma Mario Pupillo, appassionato conoscitore di tutto ciò che è teatro e, insieme a Francesco Paolo Cipollone, autore del volume “Teatro Fedele Fenaroli di Lanciano – storia, aneddoti, curiosità” -. Dopo anni di storie e successi, al nostro teatro voglio augurare di continuare ad attirare i giovani e di incuriosirli e vederli coinvolti più di quanto non lo siano per gli schermi di pc e smartphone». Come quell’8 febbraio 1998, quando non bastarono i 324 posti a sedere a disposizione, nonostante il costo del biglietto non fu proprio popolare, e si decise di trasmettere in diretta lo spettacolo anche nella sala 3 del cinema Maestoso. Così come accadde per tutta la durata della prima stagione teatrale in cui venne utilizzata la sala Mazzini per lo stesso motivo. Accogliere, seppur a distanza, quante più persone possibili nella rinnovata casa della cultura frentana.

«A teatro mi piace il teatro, ovvero un luogo magico nel quale assistere ed apprezzare solo e soltanto ad opere teatrali – afferma l’assessore alla Cultura, Danilo Ranieri -. Ed è bello vedere come oggi, l’attuale stagione di prosa stia andando alla grande con sold out e grande apprezzamento di pubblico. Da amministratore sognatore – conclude -, mi piacerebbe tornare ad avere a disposizione anche la sala Mazzini e soprattutto che a Lanciano possano crearsi e condizioni, anche imprenditoriali, per un centro di produzione teatrale».

Da quell’8 febbraio 1998 tanta è l’acqua che è passata sotto i ponti. Ancor di più è quella passata da quel 1841, quando l’opera buffa “La dama e lo zoccolaio” di Vincenzo Fioravanti inaugurò per la prima volta il teatro Fenaroli. Quanta ancora ne passerà? Sicuramente tanta perché Lanciano è Cultura, Lanciano è il suo teatro. E il suo teatro è Lanciano.

La targa fuori dal teatro

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