Silvio Ciccarone, vent’anni fa moriva il sindaco galantuomo

Il 25 gennaio 2003 moriva Silvio Ciccaronepodestà dal 1942 al 1943 e sindaco di Vasto dal 1962 al 1973. Avvocato, figlio del deputato Francesco Ciccarone, che per tre legislature sedette alla Camera, aderì al Partito nazionale fascista e fu podestà di Vasto nell’ultimo periodo della dittatura. Il suo ritorno in politica avvenne quasi vent’anni più tardi quando, da indipendente nella lista Dc, fu capolista e sindaco fino al 1966.

Silvio Ciccarone in una locandina del 2013 per il decennale della scomparsa

Il 1966 fu l’anno della spaccatura. A sbarrare la strada alla ricandidatura di Ciccarone alla guida della lista democristiana furono i dissidi interni al partito: si volle imporre la candidatura a capolista di un tesserato dello Scudo crociato. Ciccarone, che era un indipendente, fu tagliato fuori. Insieme a un gruppo consistente di dissidenti fondò la lista civica Il Faro, che ottenne un ampio consenso. Non bastò il comizio di Aldo Moro a spingere la Dc, che non conquistò la maggioranza alle elezioni del 1966.

Dopo il commissariamento, si tornò al voto nel 1967. Il risultato per i democristiani fu ancora più deludente e Ciccarone tornò alla guida della città col sostegno di una coalizione composta dalla lista Il Faro e dal Partito comunista. Fece progettare l’ampliamento del porto di Punta Penna, restaurare la facciata settentrionale e il fossato del Castello Caldoresco, ampliare il cimitero, costruire la sede dell’Inam (oggi Distretto sanitario di base). Fu anche commissario del Consorzio di bonifica Sinistra Trigno, Sinello e Osento, facendo realizzare strade e opere irrigue.

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