Ad una settimana dalla morte di don Mario Pagan è Pasquale Granata, Salesiano presente a Vasto dal settembre 1975 al settembre 1993, a ricordare la figura del sacerdote con cui ha condiviso il cammino di promozione della pallacanestro tra i giovani della città.
Per me Salesiano, è come se fosse morto un vero confratello. Don Mario pur non essendo Salesiano, incarnava perfettamente il Criterio Oratoriano, descritto nelle nostre costituzioni a n. 40: «Don Bosco visse una tipica esperienza pastorale nel suo primo oratorio, che fu per i giovani casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria». Lo sport per don Mario lo ha vissuto con questo criterio: offrendo un cortile ne ha fatto una casa che accoglieva tutti e lo ha trasformato in una scuola di vita; un cortile, perché no, che l avvicinava e fatti crescere anche nella fede.
Ricordo uno tra tanti episodi che sottolinea quanto ho detto. I ragazzi de Gruppo storico 63/64, nel pomeriggio la Vigilia di Natale del 78, nel salutarmi mi dissero: «Non preoccuparti se non ci vedi questa notte alla Messa, andiamo da Don Mario a San Lorenzo» Nb. Non fu solo per quella occasione. Che dire delle Finali Nazionali a Senigallia, categoria Ragazzi dei nati nel 64/65: con Don Mario unico Accompagnatore, Autista / Sacerdote, Animatore-Equilibratore, con il pulmino nuovo fiat 242!
La caratteristica più bella che vorrei sottolineare era la presenza. Una presenza gioiosa; attenta, rispettosa, coinvolgente, sicura (su di lui potevi contarci sempre). Una presenza attiva nel risolvere i problemi anche di natura economica.
Una presenza non solo nel cortile, nel consiglio direttivo, nelle palestre, negli allenamenti e nelle gare. A proposito di questa presenza faccio da ponte a Patelli Luigi, storico dirigente, descrive così il suo primo incontro con don Mario. «Ciao Pasquale, oggi nel rivolgere un pensiero a don Mario, mi è tornato alla mente quando nel 71 a S. Lorenzo partita tra Virtus S. Lorenzo e noi Histonium Vasto lui segnava i punti e io al cronometro dovevo controllare perché preso dalla foga o non segnasse o sbagliasse colonna, in suo favore. Ciao don Mario ora che sei andato in cielo a organizzare le gare di basket tra gli angeli se ti mettono a fare il referto stai attento a segnare i punti nelle caselle giuste».
Riprendo il mio pensiero. In questi anni che manco da Vasto, (e sono tanti ormai), Don Mario è stato sempre una presenza continua, e ho gioito quando il 27 novembre scorso Fabio Falcone mi ha mandato la foto con don Mario al Palazzetto.
Oggi rinnovo il mio grazie al Signore con le parole di Sant’Agostino: «Signore, non ti chiediamo perché ce lo hai tolto, ma ti ringraziamo di avercelo dato». E sempre con Sant’Agostino termino con una certezza. «Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano ma sono dovunque noi siamo».
Don Mario, grazie. Che resti ancora sempre con noi.
Pasquale Granata, SdB