Ex stazioni, Menna: «I fondi per comprarle ci sono, i Comuni decideranno come usarle»

I due milioni necessari ci sono. Ora bisogna usarli per comprare dalle Ferrovie le quattro stazioni abbandonate: Vasto, Torino di Sangro, Fossacesia e San Vito Chietino. Poi bisognerà decidere cosa fare dei vecchi scali e dei relativi compendi ferroviari: parcheggi e magazzini. «Nel giro di un mese – dice il presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna – dovrebbe essere approvata la legge regionale che, su proposta dell’assessore Nicola Campitelli, detterà le norme sull’acquisto delle stazioni dismesse e autorizzerà il cambio di destinazione d’uso per turistico-ricettivi. Poi, ascoltando i Comuni, emaneremo un bando per il recupero di queste costruzioni. Potranno diventare strutture ricettive, musei o essere destinate ad altri scopi culturali».

Residenti ed emigranti di ritorno per le feste natalizie hanno approfittato delle giornate soleggiate per passeggiare o pedalare sulla Via Verde della Costa dei Trabocchi. A nessuno è sfuggito lo stato di abbandono delle vecchie stazioni costeggiate dalla pista ciclopedonale che sta progressivamente prendendo il posto della linea ferroviaria dismessa nel 2005 e arretrata per allontanarla dalle spiagge.

Stazioni abbandonate, ma che trasudano storia dai loro muri degradati. L’antico scalo di piazza Fiume, a Vasto Marina, risale al 1863. Tre anni prima, quando la linea ferroviaria adriatica fu inaugurata, sul primo treno viaggiava il re, Vittorio Emanuele II, e al posto della stazioncina c’era un gazebo per riparare dal sole il sovrano e il comitato di accoglienza.

Nel 2008 piazzale dei binari è diventato un parcheggio, realizzato alla meno peggio in attesa della sistemazione definitiva. Ora la Via Verde comincia proprio lì, davanti alla pensilina sotto cui i viaggiatori, fino al 1989, hanno atteso i convogli.

La ciclovia è da completare: mancano i tratti Punta Penna-Casalbordino e Casalbordino-Torino di Sangro. L’ultimo è il più problematico perché la massicciata dell’ex ferrovia non c’è più, trascinata in mare da una frana che l’ha travolta con tutti i muraglioni di contenimento. Ricongiungere la parte nord (Ortona-Fossacesia) a quella meridionale (Torino di Sangro-Vasto) costerà 4 milioni 900mila euro.

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