I 100 anni di viali e parchi della Rimembranza nel libro di Matteo Nanni

La Grande Guerra e il ricordo. Parchi e viali della Rimembranza è il titolo del libro in cui Matteo Nanni, giovane storico abruzzese, ripercorre la genesi e lo sviluppo in tutto il territorio italiano dei luoghi dedicati alla memoria dei caduti nella prima guerra mondiale. «Dalle carte trascritte, esce fuori il ritratto di una società profondamente scossa dai lutti della Prima Guerra Mondiale – che causò la perdita di 680.000 giovani, caduti in battaglia o morti per malattia – e per questo costretta ad elaborare un lutto enorme che aveva colpito quasi ogni famiglia», spiega l’autore.

Il viale della Rimembranza nella villa comunale di Vasto (foto M.Nanni)

Il volume, prendendo come filo conduttore il ricordo dei caduti, analizza il contesto storico italiano dai primi anni del Novecento alla caduta del fascismo, in cui le piazze d’Italia vengono trasformate in uno scenario dove milioni di persone celebrano le feste della nazione, gli anniversari del regime e la glorificazione degli eroi. Per iniziativa di Dario Lupi, sottosegretario alla Pubblica Istruzione del primo governo Mussolini, vennero istituiti in Italia i parchi e i viali della Rimembranza, luoghi del ricordo carichi di spiritualità. A meno di un mese dalla marcia su Roma il neo sottosegretario Dario Lupi, nel discorso di Fiesole del 26 novembre 1922, in occasione della “Festa degli alberi”, lanciò l’idea di istituire «in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata» la Strada o il Parco della Rimembranza, affidando «quest’idea nobilissima e pietosa alle scolaresche d’Italia».

La circolare n. 67 del 27 dicembre 1922, indirizzata ai Regi Provveditori agli studi, istituiva di fatto i parchi e viali della Rimembranza. Affidava le prime istruzioni alle scuole italiane affinché scolari e studenti potessero, con tale gesto, onorare i caduti italiani e al tempo stesso coltivare quella che allora veniva chiamata la “religione della Patria”. Per ogni caduto doveva essere piantato un albero con una targhetta e il nome del soldato; gli alberi potevano variare a seconda della regione, del clima, dell’altitudine. Lo stesso Ministero fece pubblicare poi, sul Bollettino Ufficiale n. 52 del 28 dicembre 1922, una seconda circolare, la n. 73, nella quale vennero illustrate le “norme per la costituzione dei viali e parchi della Rimembranza”.

Il lavoro dell’autore prosegue con l’analisi e la descrizione di 17 dei 52 parchi presenti in Abruzzo, riprendendo una ricerca già avviata dalla Soprintendenza dell’Abruzzo dal 2012. Esempi di parchi e viali della Rimembranza abruzzesi che hanno conservato un’originale connotazione sono i parchi della Rimembranza di Roio Poggio (L’Aquila), Giulianova e San Giovanni Lipioni (che hanno anche le targhette originali), i viali della Rimembranza di Lanciano e Vasto che sono un tutt’uno con il contesto urbano, i parchi di Fara Filiorum Petri, Penne, Orsogna e Torricella Peligna, armoniosamente integrati con il paesaggio circostante. «A distanza di 100 anni dalla direttiva Lupi sui parchi e viali della Rimembranza e alla luce della complessa situazione politica e militare che si è venuta a creare in Ucraina, sembra doveroso richiamare l’attenzione collettiva sull’orrore della guerra e sul valore della pace e tributare, in un’epoca in cui molti valori tradizionali sono scomparsi, un doveroso atto di riconoscenza alla memoria di quei martiri, per lo più giovani contadini, che sui campi di battaglia della Grande Guerra immolarono la loro vita».

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