È un finanziamento extra-large quello in arrivo dal Pnrr per la realizzazione del biodigestore all’interno del Civeta: 20.476.600 euro. Il Comune di Cupello si è posizionato al secondo posto in graduatoria tra oltre 500 progetti presentati, preceduto solo da un finanziamento di poco superiore al milione di euro, a favore dell’Ausir, autorità per la gestione dei rifiuti con sede a Udine. A richiedere l’accesso ai fondi è stato l’ente cupellese in qualità di comune sede dell’impianto, ma dell’importo beneficerà tutto il territorio, essendo il Civeta il soggetto attuatore.
Il finanziamento dal Piano nazionale ripresa e resilienza si inquadra nella Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente 1 “Economia circolare e agricoltura sostenibile”, linea di Investimento 1.1 a favore della “Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti”.
Il 2 dicembre scorso, il ministero della Transizione ecologica ha pubblicato la graduatoria definitiva per la quale sono stati messi a disposizione 450 milioni di euro per progetti fino a 40 milioni.
Per il territorio è una notizia dai contorni storici sia per l’entità sia per il fatto che permetterà la realizzazione dell’impianto il cui iter ha preso il via nel lontano 2013. In quasi dieci anni, non senza intoppi e aggiustamenti, il progetto ha ottenuto le autorizzazioni regionali necessarie e ora si avvia allo step successivo, quello della realizzazione che permetterà la produzione di biometano dai rifiuti organici.
«Così si chiude il ciclo integrato dei rifiuti»
LE REAZIONI – «È una bellissima notizia per tutto il territorio – commenta il sindaco Graziana Di Florio a Chiaro Quotidiano – Siamo stati i primi nel centrosud e secondi in Italia, è sicuramente un motivo di orgoglio per un piccolo comune. Così si chiude il ciclo integrato dei rifiuti che è ciò che abbiamo sempre cercato di ottenere. Finalmente ci siamo riusciti, siamo molto contenti».
«È una notizia storica, epocale, per questo territorio – aggiunge l’ingegnere Luigi Sammartino, direttore del Civeta – Si tratta della costruzione del biodigestore per l’immissione in rete del biometano prodotto dall’impianto di compostaggio. L’impianto sarà finanziato totalmente dal Pnrr e diventerà un patrimonio del territorio. Guardando la graduatoria possiamo dire che il nostro è il primo progetto in Italia per l’economia circolare sui rifiuti tant’è che abbiamo ricevuto anche i complimenti del Ministero. Qui siamo in piena economia circolare, come da direttive europee, per trasformare i rifiuti organici in metano green da immettere nella rete Snam».
La graduatoria definitiva approvata nei giorni scorsi destina il 60% dei fondi al centrosud soprattutto a favore di piccole realtà non riconducibili alle città metropolitane (ad esempio sono rimasti fuori i due bio-digestori anaerobici per trattare 240mila tonnellate di rifiuti organici derivanti dalla raccolta differenziata di Roma).
Scorrendo la graduatoria definitiva, per quanto riguarda l’Abruzzo, si trovano, poi, al 12° posto il biodigestore di Teramo (28.104.478,70 euro) e al 15° posto quello di Lanciano (14.517.411,59 euro).
E IL BIOMETANO A MONTEODORISIO? – A una manciata di chilometri è in progetto l’impianto proposto dalla Metanab che ha sollevato le critiche e le osservazioni dei comitati ambientalisti. Le ultime notizie sono dell’ottobre scorso quando il Comitato Via della Regione si è espresso con una richiesta di integrazioni riguardanti soprattutto la provenienza dei rifiuti. A differenza dell’impianto del Civeta (progetto della Ladurner di Bolzano) che avrebbe la materia prima sul posto, derivante dagli altri processi già implementati (da qui la chiusura del circolo dei rifiuti citata più volte), qui i rifiuti dovrebbero arrivare da territori più distanti, circostanza che – se confermata – vanificherebbe la mission green del progetto.
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