«Noi della Lega riteniamo che alla base di quanto accaduto in questa vicenda ci sia una palese quanto sconcertante responsabilità politica ed è questa che condanniamo in maniera netta, perché riteniamo che con il patrimonio pubblico non si possa né si debba scherzare così come, alla stessa stregua, non si possa né tantomeno si debba mettere a repentaglio il lavoro ed i sacrifici dei privati». A puntare il dito contro l’amministrazione Menna sono il gruppo consiliare e il direttivo del partito di Salvini. Il Carroccio attacca la Giunta di centrosinistra dopo il sequestro di ristorante, gazebo e piscina dello Sporting club, la struttura sportiva del Parco Muro delle Lame.
«Il sequestro operato dalla magistratura vastese su una struttura di proprietà comunale, affidata alla gestione di un privato attraverso una procedura di gara, porta con sé delle responsabilità che non attengono solo alla sfera del privato, si legge in un comunicato del Carroccio. «È nella logica delle cose prevedere che un privato che faccia un investimento importante su strutture e terreni comunali dedicati alla pratica dello sport ponga in essere una serie di interventi migliorativi che vadano nella direzione di un ristoro di quanto speso; è fuori dalla logica, invece, che l’amministrazione comunale non abbia ‘accompagnato’ nel migliore dei modi la fase di realizzazione del progetto presentato dal privato e valutato positivamente tant’è che all’inaugurazione della struttura, anche quelle oggi indicate come difformi, il sindaco Menna ed i suoi assessori si sono presentati in pompa magna per il classico taglio del nastro. Non vi era, già da allora –chiede la Lega – una evidente incongruenza tra il progetto presentato e quanto poi realizzato?».
«Operare in una zona classificata come zona rossa (P3) dal Piano di assetto idrogeologico, ovvero in aree a pericolosità molto elevata, è estremamente difficile, ma – ci sono procedure che l’amministrazione comunale avrebbe potuto adottare qualora avesse condiviso e fosse stata al corrente, come era, delle attività che il privato avrebbe svolto in queste aree sfruttando gli edifici già esistenti. ‘L’art.15 del Cap. II del Pai circa gli interventi consentiti in materia di patrimonio edilizio consente il cambio di destinazione d’uso che non comporti un incremento del carico urbanistico».
Poi una serie di domande all’amministrazione Menna: «È stata attivata questa procedura per gli atti autorizzatori alla realizzazione di un ristorante nell’edificio che ospitava in precedenza la sala ricreativa ed un bar dell’ex Circolo tennis? Cosa è stata realizzato in maniera difforme dal privato rispetto a quanto previsto dal progetto presentato e, soprattutto, rispetto a quanto visivamente era valutabile dal pubblico amministratore che si reca sul posto per tagliare il nastro ed inaugurare la nuova struttura? Se i tecnici comunali hanno relazionato circa l’evidente difformità degli interventi posti in essere, possibile che nessuno lo abbia riferito agli amministratori ben prima che si verificasse l’intervento della magistratura?».
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