Fauna selvatica, il confronto. Bosco: campagne assediate. Mazzatenta: abbattimenti inefficaci

La nuova serie di Parla Chiaro, il format di attualità, politica e approfondimento di Chiaro Quotidiano.

Il confronto è tra il docente universitario Andrea Mazzatenta e Michele Bosco, presidente dell’associazione Terre di Punta Aderci.

Tesi contrapposte su come risolvere i problemi legati alla fauna selvatica che causa incidenti stradali e devasta le campagne.

Conduce Michele D’Annunzio – Regia di Nicola Cinquina

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Comments 5

  1. Fernando says:

    Il professore universitario prof. Mazzatenta è sicuramente un illustre professore di piena ed assoluta conoscenza della cultura italiana, ma permettetemi di dissentire sulle sue affermazioni che per alcuni versi mi sembrano di capire molto di parte animalista-ambientalista , tanto che lo leggo da diverso tempo con il risultato che quanto da sempre affermato, ha prodotto risultati completamente all’opposto fortificando a sua volta le convinzioni materialistiche di chi vive sulla propria pelle le vicende e le vicissitudini delle persone che , ormai del tutto simili , ma non paritarie , di chi sconta sulla propria pelle la presenza degli animali selvatici ed in questo includo : ostrici, caprioli,cervi, cinghiali, e per ultimo aggiungo il lupo che sarà, come lo è già da ora il problema per la vita umana e per tutti gli altri animali , sia quelli appena sopra nominati che per quelli di affezione domestica , ma aggiungo, anche per quelli che rappresentano fonte di economia agricola proprio per quanti coltivano la terra ed allevano animali che sono produttori di reddito, ritengo di non doverli elencare in quanto di essi si conoscono tutte le genealogie, quindi è inutile parlare della riproduzione del cinghiale che ormai vivono più all’interno di paesi e città e perfino in ambienti Marini , quando poi si manifesta appartenenza ideologica che nega ed impedisce ogni azione di per se, se pur logica ma viene negata in ogni possibile soluzione , con questo non mi metto in ulteriore evidenza quello che non si vuol fare , tanto i problemi continueranno ad essere ancora più evidenti , e sicuramente in un prossimo immediato tempo le cose si aggraveranno tanto che chi sarà colpito saranno proprio le vite umane non solo per incidenti sulle strade ma principalmente quando la quantità numerica dei lupi non permetterà loro di avere cibo a sufficienza per sfamarsi e allora prenderanno in considerazione gli esseri umani , al professor Mazzatenta i suoi scritti faranno la fine dei ratti o dei topi

  2. Giovanni Verrillo says:

    Buongiorno.
    Bisogna volevo intervenire dicendo anche la mia che sono un Cacciatore visto che non ne avete invitato uno.
    Probabilmente anzi sicuramente le persone che non s’intendono di caccia gli viene detto che per la caccia al Cinghiale sono messi a disposizione 3 mesi di caccia ma non é così! Facciamoci due conti é permesso per ogni cacciatore andare a caccia 3 giorni a settimana per il cinghiale che li ha fissi sono il Mercoledi il Sabato e la Domenica quindi per un mese sono 12 giornate di caccia per 3 mesi diventano 36 giornate ( poco più di 1 mese) ma non tutti possono andare il Mercoledi quindi solo per il Week End diventano 24 giornate di caccia è chiaro che con questo esiguo arco temporale i Cacciatori non riescono a ridurre adeguatamente il numero dei Cinghiali.
    Poi i Cinghiali con l’immissione dei Lupi hanno spodestato i Cinghiali dai boschi e per scappare al predatore si sono avvicinati alla costa e all’uomo che involontariamente offre protezione perché il Lupo é disturbato dalle attività umane! Il Lupo non riuscendo a cacciare in branco e non riscendo a cacciare i piccoli non disdegna di predare cani e gatti domestici. Questo sarà un nuovo problema in futuro!
    Buona giornata.

  3. Fioravante Serrani says:

    Mezzatenta dice cose inesatte… spero in buona fede… Non esiste l’effetto di dominanza della matriarca (matrona è scenografico ma scorretto). Sul tema è stato smentito anche da ISPRA. Sul tema.delle immissioni dei cinghiali mannari dall’est Europa recenti studi di genetica dimostrano che non c’è DNA derivante da cinghiali dell’est. Infine non si prende seriamente in considerazione la vera causa del problema: l’assenza di gestione della specie in buona parte del territorio che è sottoposto a divieto.

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