Dodici parcheggi pagati a peso d’oro e una procedura, usata per la riqualificazione, definita dubbia. Sono le principali contestazioni sollevate dai gruppi di opposizione di San Salvo (Più San Salvo e Partito Democratico) finite in un esposto sui lavori in piazza Artese presentato a Corte dei conti, Ispettorato generale di finanza, Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione), Cassa depositi e prestiti e Provincia di Chieti.
Stamattina, in conferenza stampa, Fabio Travaglini, Emanuela Tascone (Pd) e Nicola Argirò hanno illustrato le criticità che circondano l’intervento iniziato con l’acquisizione (tramite partecipazione a un’asta) degli immobili in disuso di quella piazza: l’ex sede della Democrazia Cristiana e il vecchio ufficio postale. E proprio dall’acquisizione al patrimonio comunale parte la disamina di Travaglini: «Stiamo preparando vari dossier sulle opere pubbliche, 17, questo è il primo. Saremo sempre favorevoli alle opere pubbliche ma nel contesto di uno sviluppo organico e non per interventi singoli, raffazzonati. Per la prima volta nella storia il Comune ha partecipato a un’asta. È stato conferito a responsabile del servizio Lavori pubblici un mandato “illimitato” per rispondere. Su uno degli immobili si è arrivati a sei offerte al rialzo. Il funzionario ha potuto disporre di oltre 120mila euro, c’è da domandarsi quali siano stati o se vi siano stati dei “limiti all’illimitatezza”. Per questo chiediamo agli enti preposti se l’autorizzazione alla presentazione di offerte multiple (senza quantificazione né limitazioni) trova riscontro nella normativa».
«I parcheggi ricavati dall’abbattimento – ha continuato Travaglini – sono soltanto 12 e non i 48 citati più volte dall’amministrazione, visto che molti di questi già erano esistenti. È congruo il prezzo di 54mila euro per posto auto all’aperto quando il prezzo di mercato è sulle 3mila euro?».
Altra contestazione riguarda poi la variazione di destinazione urbanistica per la quale il Comune ha interpellato la Provincia di Chieti. Quest’ultima ha indicato tre prescrizioni che secondo i membri dell’opposizione non sono state rispettate: la previsione di idonei marciapiedi, la predisposizione di colonnine per la ricarica di mezzi elettrici e la realizzazione di cortine verdi perimetrali.
Su tutto, poi, aleggia la provvisorietà che riveste quest’opera. Come più volte sottolineato dalle diverse maggioranze (l’ultima di Tiziana Magnacca e l’attuale di Emanuela De Nicolis), la piazza dovrebbe ospitare una grande area verde (da ricavare anche con l’abbattimento della scuola di via De Vito) con un parcheggio sotterraneo.
Su tale punto è intervenuta la consigliera comunale Tascone: «Riteniamo che la cifra (650mila euro tra acquisto, progettazione e realizzazione) sia spropositata per una soluzione temporanea. Abbiamo speso questi soldi per parcheggi che non ci saranno più. Inoltre, non si è trovato un modo per preservare la scuola di via De Vito destinata all’abbattimento. Una scuola in centro dà vita e restituisce prestigio. Con questo parcheggio non c’è un centro che pullula di vita».
«Siamo arrivati all’esposto – ha concluso Argirò – perché dobbiamo controllare che l’amministrazione righi dritto. È un’opposizione che sarà anche di proposta, ma che allo stesso tempo sarà molto attenta. Il costo di quest’opera è lievitato perché c’è stata una serie di rilanci, ma il Comune non è un imprenditore. Si sarebbe potuto mediare con il privato per arrivare a una soluzione sicuramente meno dispendiosa».
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