L’Abruzzo si conferma terra promessa delle giovani start-up innovative. A certificarlo è il dato di partecipazione all’edizione 2022 del Premio Cambiamenti, manifestazione organizzata dalla Cna per sostenere e valorizzare il pensiero innovativo dei giovani imprenditori italiani. «Al 30 settembre scorso, data di chiusura delle iscrizioni sulla piattaforma dedicata – illustra Silvio Calice, coordinatore del Premio in Abruzzo – sono state ben 97 le imprese che hanno deciso di candidarsi nella regione, contro le 89 della precedente edizione. Un risultato lusinghiero e significativo, raggiunto anche grazie all’attività di animazione svolta dai Giovani Imprenditori Cna, dall’attenzione dedicata alla manifestazione da istituzioni locali come, ad esempio, il Comune di Avezzano; ma soprattutto dalla voglia di fare impresa delle nuove generazioni imprenditoriali abruzzesi. Un’edizione, quella di quest’anno, che oltretutto si avvale anche della collaborazione con il format “Visionaria” della Camera di Commercio di Chieti-Pescara».
Sul piano territoriale, a fare la parte del leone in questa edizione è stato l’Aquilano (45 adesioni, 9 delle quali nella Marsica), seguito dalla provincia di Chieti (32), Pescara (13) e Teramo (7). Un risultato che pone l’Abruzzo al quarto posto assoluto nella graduatoria nazionale, alle spalle di grandi territori come Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia, confermando e consolidando così una tendenza che si era già manifestata negli anni passati. Prossima tappa di “Take-Off” (è questo il nome scelto per l’edizione del Premio 2022) sarà la designazione della commissione di esperti che procederà a una selezione del lotto di imprese candidate alla finale regionale, in programma a metà novembre nell’università dell’Aquila: qui sarà una platea di studenti a designare la sola start-up che rappresenterà l’Abruzzo nella finale nazionale di Roma, dove in palio c’è una ricca dotazione di premi.
Quanto alle attività, le iscrizioni rivelano un piccolo universo imprenditoriale assai variegato, che spazia dalle attività tradizionali molto legate agli specifici asset e alle tendenze produttive dei territori di riferimento (come birrifici, riconversione o noleggio vendita di biciclette, distillati tipici, ricettività, vino), a campi più sofisticati dove compaiono uso dell’intelligenza artificiale, marketing (con attività di lead generation, ovvero ricerca di potenziali clienti), automazione, robotica, edilizia green e sostenibile, big data, blockchain (tecnologia di registro dati), arte visiva e studi di registrazione, sviluppo sociale, benessere e molto altro ancora.
«Tutti segnali di una vitalità imprenditoriale – sottolinea Calice – che non sempre gode della necessaria e giusta attenzione che gli anni di emergenza sanitaria da Covid-19 e la recente crisi energetica non hanno fiaccato, ma che adesso devono trovare risposte rapide sul piano istituzionale, con misure che agevolino sviluppo e potenzialità, soprattutto sul fronte del credito e dell’internazionalizzazione».