Le particolarità del voto di San Salvo e il primato del Movimento 5 Stelle

Il risultato delle recenti elezioni politiche 2022 a San Salvo, pur rispecchiando sostanzialmente il trend nazionale, per alcuni aspetti se ne discosta; tanto che onestamente ci ha sorpresi e indotti ad alcune considerazioni. 
Innanzitutto balza all’occhio la bassa percentuale dei votanti, peggiore persino di quella regionale. Per la Camera ha votato appena il 58,5% degli aventi diritto, contro il 76,44% del 2018 e il 78,10% del 2013 (regressione anticipata dalle Amministrative 2022: il 63,54% del primo turno contro il 71,47% delle comunali 2017). In una cittadina storicamente sempre partecipe al momento elettorale ciò evidenzia un grave scollamento tra esigenze e richieste della comunità e programmi e risposte delle forze di rappresentanza politico-istituzionale. Un fatto che rimanda ai limiti sia della politica nazionale che di quella regionale e locale, ridottesi a contattare i cittadini quasi esclusivamente in fase di campagna elettorale, con metodi e intenti di persuasione piuttosto che di confronto reale. 

Secondariamente, colpisce che a San Salvo la prima forza politica risulti elettoralmente il Movimento 5 Stelle (ciò che non avviene a Lanciano, a Ortona e neanche a Vasto) con il 26,7% di consensi alla Camera nel 2022. Un Movimento che, dopo aver incassato – sempre per la Camera – alle politiche del 2013 un lusinghiero 34,07% e in quelle  del 2018 uno strabiliante 48,27%, è poi rimasto sostanzialmente poco presente (anche con i suoi rappresentanti del Vastese in Parlamento) sul nostro territorio. Una forza politica che, non a caso, nelle ultime due tornate amministrative a San Salvo non si è neppure presentata con una sua lista. 

Un bel problema, dunque, quello di tentare di spiegare la supremazia dei 5 Stelle alle Politiche di San Salvo. Partendo da lontano, occorre intanto ricordare che gli elettori di San Salvo, pur nelle mutate condizioni economiche, sociali e culturali, sono eredi di una lunga tradizione democratica, che affonda le sue radici non solo nella scelta repubblicana del 2 giugno 1946 (1.315 Sĺ contro 671 NO) ma ben oltre nella sua storia. E pertanto, volendo, i sansalvesi possono permettersi di esprimersi in termini politici se non liberamente almeno in maniera più limitatamente condizionata da sudditanze di tipo clientelare o mafioso e da interessi di parte. Tanto che San Salvo spesso anticipa svolte e mutamenti politici sul piano nazionale (ciò che è avvenuto persino durante la fase di egemonia democristiana). 

Detto questo, è evidente che il successo pentastellato è frutto per gran parte della crisi della sinistra storica nazionale e locale (che procede da oltre un decennio senza che si intraveda una valida soluzione all’orizzonte, di partito nuovo o di serio rinnovamento del Pd) e della limitata capacità di attrazione del centro-destra. Nelle Politiche del 25 settembre 2022, il centrodestra locale ha infatti ottenuto un 42,3% di consensi (principalmente grazie al 23,4% di Fratelli d’Italia), un dato positivo in ambito cittadino, il migliore dell’età repubblicana (oscillando storicamente l’area di centrodestra tra il 35 e il 40% dei consensi) comunque lontano dal dato abruzzese di oggi, cioè il 48%. 

Il resto del successo pentastellato l’ha fatto probabilmente il suo nuovo leader, Giuseppe Conte che, pur nella moderazione dei toni, ha rilanciato alcuni temi che sono cari all’opinione pubblica italiana: dal limite dei due mandati in Parlamento alla lotta all’illegalità e alla criminalità organizzata; dal contrasto alla disuguaglianza economica e sociale alla difesa dell’ambiente e delle politiche green. Che poi sono temi che appartengono in buona parte alla tradizione della ex sinistra italiana. Se dunque il voto del 2018 ai 5 Stelle fu un voto “di protesta” contro l’intera vecchia classe politica, e per questo attirò consensi sia da sinistra che da destra, ritengo che l’ultimo voto al Movimento 5 Stelle sia venuto e venga a San Salvo soprattutto da settori di elettorato delusi dalle politiche del centrosinistra nonché dal voto giovane. 

Se questo consenso si mostrerà effimero o relativamente duraturo probabilmente lo vedremo presto e dipenderà ovviamente anche dalle scelte tanto del nuovo esecutivo quanto della sua opposizione.

Giovanni Artese

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