Domenica hanno depositato a terra le tessere elettorali senza recarsi alle urne per protestare contro la classe politica. Questa mattina, i cittadini abruzzesi e molisani sono tornati sul Ponte Sente per mantenere alta l’attenzione sull’importante viadotto di collegamento tra le aree interne di Abruzzo e Molise, chiuso dal settembre 2018. Ci sono i residenti di Castiglione Messer Marino e Belmonte del Sannio, direttamente collegati dal viadotto, e quelli di Schiavi di Abruzzo e Agnone, centro di riferimento per il comprensorio che, dalla chiusura del Sente paga le difficoltà di collegamento con la strada alternativa, la sp 86.
«Speravamo in tutti i modi di poter giungere ad una conclusione e di poter riaprire questo ponte almeno a senso unico alternato», dice Anita Di Primio, sindaco di Belmonte del Sannio, presente questa mattina insieme a tanti suoi concittadini e con il consigliere comunale di Castiglione Messer Marino Francesco Lalli. Il dato noto è quello dei 40 milioni che, secondo Anas, servono per poter effettuare i lavori che riporterebbero il ponte in condizioni di sicurezza.
«Questo viadotto aveva trasformato questa zona. I comuni del comprensorio erano diventati un unico comune – dice il dottor Pompeo Petrella, presidente del Comitato Articolo 32 -, perché c’era uno scambio continuo sia economico che culturale. Basti pensare che, in dieci minuti si raggiungevano scuole superiori o un pronto soccorso, con tutte le attività commerciali che ci sono sia da un lato che dall’altro». Ma ora, con il tempo che passa, «abbiamo la sensazione di essere stati quasi abbandonati».
La voce di protesta è anche quella dei cittadini molisani. «Agnone perde il suo ruolo di riferimento per un territorio. Ci sono attività che hanno chiuso, servizi che prima venivano erogati a tanti cittadini che, ora, sono quasi costretti ad andare altrove». Il tempo passa, ormai sono trascorsi quattro anni dalla chiusura del ponte Sente e, ascoltando le voci dei cittadini inizia a farsi strada un sentimento di rassegnazione. «Ma non dobbiamo abbassare la guardia, se ci arrendiamo possiamo davvero dire addio alla speranza di veder riaperto il ponte».
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