Proporzionale e maggioritario in un’unica scheda: ecco come si vota

Il Rosatellum, la legge elettorale in vigore, assegna i 600 seggi (400 alla Camera e 200 al Senato) con un meccanismo misto: il 36 per cento dei posti col sistema maggioritario uninominale e il restante 64 col proporzionale. Vuol dire che gli elettori, nel primo caso, troveranno sulla scheda, che è unica, i nomi dei candidati (uno per ogni partito o coalizione) e in ogni collegio verrà eletto solo il candidato che avrà riportato il maggior numero di voti.

Nel proporzionale, invece, i cittadini non potranno esprimere una preferenza, ma solo tracciare una croce sul simbolo del partito o movimento politico, perché le liste sono bloccate: chi è nelle prime posizioni ha più chance di essere eletto, chi si trova in basso non può nutrire speranze. Quindi, di fatto, sono i partiti a scegliere circa due terzi dei futuri membri del Parlamento. Dopo la riforma del 2019, che si applica per la prima volta, l’Abruzzo non elegge più 21 parlamentari, ma 13, di cui nove alla Camera e quattro al Senato. A Montecitorio sei saranno eletti nel proporzionale e tre nell’uninominale, mentre al Senato il rapporto è di tre a uno.

L’elettore può esprimere due voti: uno nell’uninominale, l’altro nel proporzionale. Nell’uninominale si vota tracciando una croce sul nome del candidato. Nel proporzionale si vota tracciando una croce sul simbolo della lista.

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