Chris Obehi: «È stato difficile lasciare il mio Paese, ma la musica mi ha dato speranza»

È stato un viaggio in musica, dalle sonorità afrobeat a quelle del pop, quello andato in scena mercoledì 10 agosto alla villa comunale di Vasto. Sul palco, allestito all’interno del “polmone verde” della città, il giovane artista nigeriano Chris Obehi e la sua chitarra hanno emozionato il pubblico intervenuto all’evento organizzato dal Consorzio Matrix in collaborazione con l’associazione culturale Side Show e l’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Vasto.

Chris Obehi, in Italia da sette anni, è scappato dalla sua Nigeria per sfuggire alle persecuzioni religiose dell’organizzazione fondamentalista Boko Haram. «Sono fuggito perché non mi sentivo più al sicuro in Nigeria – spiega Chris -. Nessuno vuole lasciare il proprio paese, lo si fa soltanto se si è costretti a farlo. Chi decide di lasciare la propria casa lo fa per mettersi al sicuro: siamo cittadini del mondo ma la cosa più importante è la sicurezza, quando manca questo non c’è niente». Un viaggio difficile durato 5 mesi, dalla costa della Libia fino a quella delle Sicilia, quello affrontato da Chris nel 2015. «Sono scappato dalla mia terra da solo – racconta -. I miei genitori, mia sorella e i miei tre fratelli sono ancora in Nigeria. Li ho rivisti l’anno scorso dopo sei anni, quando sono riuscito a tornare nel mio Paese. Da quando sono arrivato in Italia vivo a Palermo, che è diventata la mia seconda casa».

Da sempre, nella vita del giovane artista, c’è la musica. «La mia vita non è stata facile, ma la musica mi ha aiutato molto. I miei brani sono un mix di più stili, e si ispirano alla musica afrobeat che ho iniziato ad ascoltare da piccolo grazie a mio padre. Adesso scrivo canzoni principalmente in inglese, ma i miei pezzi sono un misto di generi e anche di lingue: inglese, italiano, pidgin, che è una sorta di “slang” nigeriano, ed esan, il mio dialetto. Tutte le canzoni che scrivo sono ispirate a cose che ho vissuto, alla mia vita, alla mia storia. Sono come un cantastorie che racconta la sua vita, il suo paese e il suo popolo, e le mie canzoni sono anche un messaggio di pace e di uguaglianza. La canzone “Non siamo pesci”, ad esempio, parla della mia traversata in gommone dalla Libia, e racconta di un bambino che stava morendo a causa del freddo. Quando siamo arrivati a Lampedusa, la sua storia mi ha ispirato nello scrivere questo brano, per comunicare al mondo che anche noi siamo esseri umani. Anche “Action and consequences”, racconta una mia esperienza di vita, ed è una canzone di denuncia verso la corruzione nigeriana, che ho vissuto sulla mia pelle».

«Chris è a Vasto non solo per farci ascoltare la sua musica – ha sottolineato l’assessora alle Politiche giovanili, Paola Cianci – ma per raccontarci dei passaggi importanti della sua esperienza di vita. La villa comunale ormai è diventata un polo dove affrontare un “concentrato” di tematiche sociali importanti: integrazione, uguaglianza, diritti». E proprio di integrazione ha parlato anche Chris: «Per integrarsi ci vuole pazienza, fiducia e bisogna soprattutto credere in sé stessi. Nella vita sono stato fortunato ad incontrare tante belle persone che mi hanno aiutato a fare molte cose, ad esempio, studiare contrabbasso al Conservatorio. Quello che ci vuole è una grande forza di volontà».

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *