Lercio torna a San Salvo, e lo fa in occasione del tour del decennale “Lerc10”, con un evento organizzato dal Premio letterario “Raffaele Artese-Città di San Salvo”. Ieri sera, in piazza San Vitale, Vittorio Lattanzi e Patrizio Smiraglia, due dei redattori del sito satirico più famoso d’Italia, hanno portato in scena uno spettacolo che ripercorre i primi dieci anni di storia della loro “creatura”, nata il 28 ottobre del 2012. Dalla notizia del 2013 dei brani di Megadeth, System of a Down e Cannibal Corpse finiti nella scaletta di Radio Maria, poi rilanciata da alcune testate nazionali (e non), fino ad arrivare alla recente diatriba con Codacons, che ha chiesto la smentita di un loro comunicato (mai esistito) contro Papa Francesco (la satira, questa sconosciuta), i due mattatori hanno messo alla prova la memoria, in alcuni casi fin troppo corta, del pubblico. Ad intrattenere la platea di San Salvo, le notizie del TG Lercio, la rubrica degli “Annunci” e il gioco “Vero o Lercio?”, che ha testato il “radar satira” dei presenti. Spazio poi, come in tutti i giornali, all’astrologia, con l’oroscopo di Astro Lercio.
Ma facciamo un passo indietro. Con ormai più di 1.500.000 followers (su Facebook) sembra impossibile non conoscere Lercio o non averne mai sentito parlare. Tuttavia, come il buon giornalismo insegna, è buona norma verificare le fonti e non dare mai nulla per scontato e, vista la confusione che le breaking news e gli articoli del giornale satirico continuano a generare, abbiamo colto l’occasione per farci raccontare da Vittorio e Patrizio la “genesi” di Lercio.
«Siamo partiti scrivendo per “La Palestra”, gruppo satirico di Daniele Luttazzi. Alla fine di questo “esperimento”, uno dei ragazzi che collaborava con noi, ci ha contattati per entrare a far parte di Acido Lattico, un sito che faceva battute giornaliere, sulla falsariga di Spinoza.it, pagina che andava già fortissimo, e ci siamo ritrovati ad entrare in un “mercato” difficile, “orfani” di Luttazzi. Abbiamo lavorato così per un anno, finché uno dei ragazzi di quello che poi sarebbe diventato Lercio, ha modificato il suo sito personale prendendo il layout della pagina del free press romano Leggo.it, e sostituendo “Leggo” con “Lercio”. L’obiettivo era quello di fare mock-journalism, sulla scia di quello che già facevano testate estere, prima tra tutte l’americana The Onion, capostipite di questa “corrente”». Le prime notizie inserite “Cina: liberato il pozzo ostruito da un bambino” e “Ultrà della Lazio accarezza un gattino”, facevano già intuire in quale direzione si sarebbe mosso il sito. «Prendendo spunto da queste linee guida – aggiunge Vittorio – abbiamo iniziato a scrivere su Lercio. Per noi era bellissimo, era l’unico modo per emergere in alternativa alla battuta singola».
Il layout scelto, con il logo simile a quello di Leggo.it, e l’impostazione della pagina web che ricorda quelle dei giornali nazionali, in prima battuta ha sicuramente generato confusione non solo tra i lettori, ma anche nelle stesse testate giornalistiche. «L’assonanza tra Lercio e Leggo – spiegano – ha portato molte persone a confondersi e a scambiarci per un giornale online vero e proprio, non di satira. La base del nostro successo però, più che l’iniziale senso di smarrimento dei lettori, è stata l’impostazione del sito, la mimetizzazione delle notizie, che ci ha permesso di far percepire agli utenti i nostri articoli come se fossero notizie di un giornale vero e proprio. In molti hanno preso sul serio tante notizie, credendo fossero vere e commentandole come tali, e continuano ancora a farlo. L’ultimo di questi casi, in ordine di tempo, è quello del Codacons che ci ha chiesto di smentire una notizia, che parlava di loro, sul nostro sito. Un sito di satira». E patrizio aggiunge: «Al Codacons usano Internet Explorer, si era appena caricata la pagina». Smentita arrivata con un post online e il mea culpa di Lercio: «Il comunicato è falso. L’intero articolo è falso. Ne approfittiamo anche per rivelare, consapevoli di infliggere una grossa delusione ai nostri lettori, che pure tutte le altre notizie che abbiamo pubblicato finora sono false. Scusateci tutti».
Ma chi c’è “dietro” a Lercio e da dove nascono gli iconici contenuti del sito? «Attualmente a lavorare per Lercio siamo 21 persone. È una vera e propria redazione, ma ciò che ci arricchisce è il fatto che siamo tutte persone che fanno altro nella vita: c’è chi è insegnante, chi avvocato, chi agente immobiliare, nessuno fa questo come lavoro, le nostre professioni sono altre. Come gruppo abbiamo in comune il fatto di aver qualcosa da dire, da esprimere, di voler tirare fuori in maniera satirica ciò che non riusciamo a digerire: e questa è la forza di Lercio, perché in realtà la nostra denuncia è fatta attraverso un giornale finto, attraverso la parodia di titoli di giornali veri. Il nostro non è altro che un esercizio di parodia giornalistica che negli Stati Uniti, ad esempio, è una cosa che fanno da trent’anni. In Italia non c’era ancora questo tipo di approccio, dopo di noi sono nate delle piccole realtà locali che sono molto belle, come ad esempio la pagina “San Salvo capoluogo di provincia” a cui vogliamo fare i complimenti perché è meravigliosa. Nessuno sa chi ci sia dietro, però siamo contenti del loro lavoro, e ne approfittiamo per fare un appello: contattateci su Lercio, manterremo il vostro anonimato».
E dopo dieci anni di notizie, premi e riconoscimenti, alla domanda sul futuro di Lercio rispondono: «Nel nostro futuro c’è la politica: il piano è di comprare tre reti della televisione generalista e di scendere in campo con il nostro progetto politico». Ai lettori l’ardua sentenza: notizia vera o Lercio?