Valerio Scaccia, dopo 42 anni va in pensione il bidello amico degli studenti

Dal suo primo giorno di lavoro, il 1 ottobre 1979, sono passati 42 anni e da allora ha vissuto l’istituto “De Titta” come la sua seconda casa. Valerio Scaccia, 64 anni, bidello di lungo corso, andrà finalmente in pensione il 31 agosto 2022, dopo 42 anni e 11 mesi di servizio e dopo innumerevoli ragazzi e docenti accuditi con affetto e dedizione.

«La cosa che più porterò nel cuore è l’affetto degli studenti, dagli inizi fino all’ultimo giorno di scuola in cui ho ricevuto grandi manifestazioni d’affetto anche dai più piccoli. – racconta Valerio a Chiaro Quotidiano – Sono sempre stato disponibile, collaborativo e mi sono sempre dato da fare e questo, col tempo paga».

La festa per Valerio l’ultimo giorno di scuola

Quarantadue anni sono tanti così come i ricordi che lo legano al “De Titta”. «Insieme ai miei colleghi storici Nicola e Peppino abbiamo fatto tantissimi bei lavori, di restauri e aggiustamenti vari. Eravamo i tuttofare del laboratorio di teatro. – dice ancora Valerio – I ricordi più belli? Forse sono legati alla dirigenza di Benito Lanci. Era un uomo di enorme cultura ma nello stesso tempo era molto umile. Quando arrivava la mattina a scuola, la prima chiacchierata la faceva con noi, all’ingresso. – ricorda – E quando organizzavamo delle cene tra collaboratori, lui voleva essere sempre presente insieme a noi. E quanto si divertiva!».

«Per i ragazzi sono stato quasi un amico, un confidente. E sono i ricordi più belli che porterò con me»

Il lavoro è senza dubbio cambiato negli anni, dall’avvento della tecnologia al rapporto con gli studenti. «Quando cambia la società, la prima cosa che cambia è la scuola e insieme a lei gli studenti. Oggi sono più sgamati sì, – continua Valerio nel suo racconto – ma sono più fragili. Sono vulnerabili, al primo no si bloccano. È difficile ritrovarsi in questa scuola oggi per chi ha iniziato tanti anni fa come me. Oggi forse si cresce troppo in fretta».

Il tempo, per Valerio, è però passato velocemente «forse proprio perché mi sono divertito». «I primi tempi c’era da annoiarsi perché effettivamente non c’era granché da fare. – ricorda – Infatti con i miei colleghi storici cercavamo di darci da fare il più possibile facendo lavori di riparazioni varie. Oggi invece è tutto un corri corri, ed è bello così».

Valerio con il preside Benito Lanci

La pandemia è stata dura non solo per gli studenti ma anche per il personale scolastico perché «la scuola è movimento, va riempita. Vuota, senza ragazzi, è solo tanto triste». Dopo tutti questi anni, oggi sembra strano andare in pensione, ma ne è felice. «Mi mancherà la mia quotidianità a scuola, ma tra il mio orticello, la bicicletta e soprattutto i miei due figli e i miei tre nipotini avrò un bel da fare».

Che si definisca bidello o collaboratore scolastico poco importa, Valerio ha svolto il suo lavoro con correttezza, passione e soprattutto affetto nei confronti dei ragazzi. «Per loro sono sempre stato quasi un amico, un confidente, ed è stato bello così. – conclude Valerio – Alcuni docenti mi chiedono di restare ancora un po’, dicono che lascerò un grande un vuoto. Forse è così, ma mi tengo stretti i miei bellissimi ricordi e sono pronto per questa nuova fase della mia vita».

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