La maturità di Constantin: un cittadino del mondo con il sogno della pallacanestro

Notti insonni, giornate passate sui libri, e la consapevolezza che il primo, importante capitolo della vita scolastica sta per chiudersi per lasciare spazio ad una strada tutta da scoprire e da percorrere. Nel bene o nel male, l’esame di Stato è un po’ come il primo amore, “non si scorda mai”. Tra la preoccupazione per una prova tanto attesa quanto temuta, l’ansia per l’esito di quello che è un “passaggio di consegne” tra l’adolescenza e l’età adulta, e le aspettative per il futuro, l’esame di Stato è senza dubbio un emblema generazionale. Di incertezze, progetti e degli ultimi giorni tra i banchi di scuola, prima di approdare nelle aule universitarie o di affacciarsi nel mondo del lavoro, abbiamo parlato con i veri protagonisti di queste giornate: gli studenti.

Tra speranze, timori, ambizioni e paure ci sono però storie particolari che è bello raccontare e far conoscere, perché spesso come accade nella società moderna, aperta e multiculturale, partono da lontanissimo per trovare compimento o magari, solo un tratto di strada, in una città come Lanciano. Un angolo d’Abruzzo che pur nella sua bellezza e semplicità non è esattamente il posto dei sogni su cui costruirsi un futuro, ma che magari, per un giovanissimo ragazzo africano dal sorriso contagioso, può diventare una tappa importante in quel lungo viaggio chiamato Vita. In questa giornata particolare per i tanti studenti reduci dalla vendittiana “Notte Prima degli Esami”, Chiaro Quotidiano vi racconta la storia di Constantin tra studio, futuro e quella grandissima passione chiamata basketball.

Constantin Maralossou Dabangdata è un ragazzone camerunense, originario di Yaoundè, la popolosa capitale del paese africano, dove cresce in una grande famiglia che lo ama e sostiene, ed in cui coltiva passo dopo passo, la passione per il basket ed i giganti della palla a spicchi europea ma soprattutto americana. Infatti da qualche anno in N.b.a. , il campionato più famoso del mondo sono diversi i suoi connazionali diventati vere star come Joel Embiid dei Philadelphia 76ers o Pascal Siakam che con i Raptors di Toronto ha già conquistato l’anello: singolare souvenir di cui ogni giocatore vincitore del torneo può fregiarsi per tutta la vita. Nel 2017 Constantin è però solo un adolescente che decide di scegliere come prima tappa del suo cammino nel Mondo, l’Italia. Nel nostro paese si ambienta presto ed inizia a studiare ed allenarsi con proficuo, nei diversi anni spesi tra il Vulture e la Riviera Romagnola (Rimini e Bellaria in primis). Nell’estate del 2019 l’Unibasket lo chiama per venire a giocare a Lanciano, in C Gold, ma se per la società frentana il talento e la bravura dell’atleta sono importanti, molto di più lo sono, lo studio, la formazione e l’educazione qualità assolutamente fondamentali per essere prima cittadini rispettosi e poi sportivi.

Constantin Maralossou Dabangdata tra i compagni di classe ed alcuni docenti

Constantin in accordo con la società che lo sostiene e segue con constanza decide quindi d’iscriversi all’Istituto Tecnico “Enrico Fermi” di Lanciano dove passo dopo passo arriva fino al grande traguardo di oggi. Inevitabile, iniziando quindi la nostra conversazione, chiedergli come ha vissuto questa particolare vigilia…sorride come fa spesso e ci confida «Sono stato naturalmente in ansia come tutti credo, ma ho cercato di non pensarci troppo, sia preparandomi per arrivarci nelle migliori condizioni possibili ma anche diciamo “sfogandomi2 con gli ultimi allenamenti e partite stagionali che mi hanno aiutato a scaricare la tensione che gioco forza si andava ad accumulare». Tra prove scritte ed orali, sono diversi gli ostacoli con cui i ragazzi, fin da stamattina hanno iniziato a confrontarsi per arrivare poi al tanto agognato diploma. Constantin però non sembra temere una materia o un argomento in particolare, dimostrandosi, anzi molto sicuro, «Fortunatamente i nostri insegnanti ci hanno fornito durante l’anno scolastico tutte le conoscenze necessarie per affrontare al meglio gli esami. Quindi pur con la giusta attenzione non temo una prova in particolare ma cerco di rimanere fiducioso e con la giusta attenzione per affrontare al meglio ogni test».

Nonostante il suo recente passato si sia sviluppato tutto nel nostro paese, per un ragazzo straniero come lui l’italiano può essere un cliente davvero difficile da marcare, ma tra didattica, grammatica e sintassi, Consta a imparato a destreggiarsi bene anche con la lingua di Dante: «Gli anni spesi tra Rionero, Bellaria e Rimini sono stati fondamentali per la mia formazione: passo dopo passo il mio livello di comprensione della vostra lingua, ma anche della vostra antica cultura è cresciuto e migliorato continuamente. Oggi – sottolinea Maralossou – posso dire di sentirmi alla pari dei miei cari che compagni che stimo e con cui ho condiviso questi anni. Le condizioni che ho trovato fin dal mio primo giorno in Italia, mi hanno permesso d’integrarmi al meglio e senza grandi problemi. Certo – afferma Constantin – ciò non significa però che io abbia smesso di apprendere, anzi, faccio mia la frase di un saggio che affermava spesso che chi “smette d’imparare, smette di vivere”».

Constantin con il professor Manlio D’Ortona

Gli chiediamo quindi cosa porterà dentro di questi anni al Fermi, delle amicizie e delle passioni ed interessi che inevitabilmente nascono e crescono tra i banchi di scuola, negli anni irripetibili della gioventù. «Questi tre anni vissuti al Fermi – ci confida Constantin – sono stati pieni di emozioni e ricordi: di tutti gli insegnanti, nessuno escluso, porterò un ricordo positivo perché non hanno mai smesso di dimostrarmi il loro supporto ed oserei dire che, senza di loro, forse non sarei arrivato a questo traguardo. Al tempo stesso – continua visibilmente emozionato – provo tanta stima e rispetto per il personale scolastico ed infinita ammirazione per i ragazzi con cui ho studiato durante questi anni…avrete sempre una parte nel mio cuore».

Il percorso di Constantin è stata anche una continua scoperta, alla conoscenza di temi, vicende, storie ed informazioni che solo la scuola può veicolare e trasmettere negli anni della formazione giovanile: «Ad esempio – afferma il nostro intervistato -non avevo mai sentito parlare di Economia Aziendale e di conseguenza non nego che all’inizio ci siano state diverse difficoltà ma, siccome “l’appetito vien mangiando” grazie al lavoro della prof. Nisticò che mi ha seguito negli ultimi due anni ho imparato a conoscere e studiare anche questo particolare branchia economica. Come dicevo prima però, se non fosse stato per la professoressa e la sua abnegazione nei miei confronti, oggi forse parleremo di altro».

Constantin durante una foto di rito con i colori rossoneri

Oltre all’approccio con mondi nuovi, ognuno di noi porta però dentro fin da piccolo, anche delle inclinazioni e degli amori particolari che lo spingono ad interessarsi con più partecipazione ad alcuni fatti e temi. In questo anche Constantin è semplicemente un ragazzo come tanti, «Fin da bimbo – sostiene – ero attirato dalla Storia e dalla Letteratura, passioni che qui a Lanciano sono ulteriormente cresciute grazie agli anni di studio ed alle lezioni delle prof. Balducci, Cicchini, Graziella e Riso che hanno ulteriormente coltivato in me l’amore per questi argomenti». 

Maralossou come tutti ha però una predilezione particolare per uno dei suoi docenti in particolare: del resto chi di noi, per alchimia o semplice affinità, non si è mai sentito più vicino ad un prof rispetto ad un altro? «Sì c’è un docente a cui sono particolarmente legato – confida l’atleta dell’Unibasket – e questi è Manlio D’Ortona, ingegnere e professore di Matematica: la sua preparazione sui temi dell’Educazione Finanziaria e le tante nozioni di base che mi ha fornito, sono state fondamentali per me».

L’ultimo, ma non meno importante passaggio di questa lunga e piacevole chiacchierata con Constantin, non può non riguardare lo sport e soprattutto il suo amatissimo basket, una passione forte questa che ne illumina il viso e la fronte, come il Sol Leone della sua bella e lontana terra natia: «Terminati gli studi vorrei sinceramente concentrarmi sul basket, sono orgoglioso e grato di essere un giocatore dell’Unibasket Lanciano, una realtà che in questi anni oltre ad essere la mia casa, mi ha rivolto sempre attenzione, stima ed amore. Li ringrazierò sempre convinto che la pallacanestro possa essere, come l’istruzione, un fondamentale vettore di benessere e conoscenza. Il basket – conclude Maralossou Dabangdata – mi ha insegnato i veri valori come la correttezza, la perseveranza, la costanza e l’importanza del lavoro di squadra: le stesse cose che ho cercato di far crescere in me negli anni della scuola e che, spero di aver anche in parte lasciato, a tutti quelli che hanno incrociato il mio cammino».

Constantin in campo con la canotta dell’Unibasket Lanciano

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