Diabete: prevenzione e sensibilizzazione nel convegno dei Lions vastesi

È stata una giornata dedicata alla prevenzione e alla sensibilizzazione sulle tematiche del diabete, quella promossa dai Lions Clubs del vastese, sabato 4 giugno. La mattinata è stata dedicata allo screening gratuito della glicemia in piazza Rodi a Vasto Marina, in un service tradizionale del sodalizio internazionale. Quella del 4 giugno, è stata la seconda campagna realizzata nel corso dell’anno sociale dopo quella di settembre. Nel pomeriggio, la splendida cornice della pinacoteca di Palazzo d’Avalos ha accolto il convegno ‘Diabete, prevenzione di una pandemia cronica’ con illustri relatori. Introdotto dal cerimoniere del Lions Club Vasto Host, Giuseppe Argirò, e dopo i saluti del primo cittadino di Vasto, Francesco Menna, e del presidente del Lions Club Vasto New Century, Diego Russo a nome dei tre sodalizi vastesi, è toccato al moderatore dell’evento, Luigi Spadaccini, presidente del Lions Club Vasto Adriatica Vittoria Colonna, introdurre l’incontro che ha rappresentato l’occasione anche per conoscere l’Aild-associazione Italiana Lions per il Diabete.

La dottoressa Silvana Di Santo, referente regionale Aild, è stata chiamata ad inquadrare l’iniziativa e lo ha fatto parlando di un’accelerazione globale della diffusione della patologia, «importante perché è una malattia subdola». La Di Santo ha puntato i riflettori sulla necessità di una diagnosi precoce del diabete in un contesto in cui «anche la prevenzione è difficile, ed è per questo che bisogna lavorare per diffondere una cultura della salute». Intervenuta al convegno anche la professoressa Ester Vitacolonna, diabetologa, docente universitaria e officer per l’Aild di 5ª, 6ª ,7ª Circoscrizione del Distretto Lions 108A Italy, che ha affrontato il tema diabete sotto tre grandi aspetti: la correlazione tra obesità, anche dei bambini e delle madri in età fertile, e diabete, l’alimentazione e la prevenzione, già nella vita intrauterina. «L’alimentazione va considerata come un potente influenzatore della vita e della morte», ha detto. Ha quindi introdotto concetti importanti quali la genomica nutrizionale, ovvero «come i nutrienti e i componenti la nostra dieta agiscono favorevolmente o non sull’organismo accendendo o spegnendo determinati geni, e la nutrigenetica che studia gli effetti dei geni polimorfici rispetto all’introduzione di alimenti e sostanze. L’obesità – ha sottolineato la dottoressa Vitacolonna – è una malattia poligenica in cui il gene FTO la fa da padrone». La professoressa ha poi posto l’accento sull’importanza di fare attività fisica e curare la dieta anche durante la gravidanza per prevenire obesità e diabete. Quindi ha introdotto il concetto di epigenetica, ovvero lo studio dell’impronta genica riferibile all’alimentazione che si trasmette di generazione in generazione. «Un’alimentazione corretta come quella mediterranea contribuisce a proteggere anche le future generazioni – ha chiosato -. Si calcola che i soggetti che non si alimentano bene in gravidanza danno un imprinting per tre generazioni».

Il dottor Giuseppe Fatati, presidente dell’Italian Obesity Network e consigliere nazionale Aild, ha affrontato vari fattori definiti obesogeni, a cominciare da temi sostanziali quali le modifiche indotte all’ambiente urbano, l’inquinamento e la diffusione di microrganismi con cui entriamo in contatto. «L’obesità è il quinto fattore di rischio di decessi ed è una malattia cronica recidivante progressiva – ha evidenziato Fatati -. Almeno 13 tipologie di carcinoma sono correlate all’obesità». Quindi ha definito l’obesità e il diabete come “malattie dei poveri” rilevando l’importanza di determinanti sociali nell’obesità. Ed allora ecco il monito a cambiare le nostre città perché, come stabilisce la Carta di Roma, “ogni cittadino ha diritto a una vita sana”. Ha introdotto poi il concetto di contattomica, ovvero «come le esperienze che ho avuto sanno influenzare le mie scelte di gusto». Per Fatati bisogna «riscoprire la cultura della biodiversità, dell’ecosostenibilità e l’importanza dell’acqua e smettere di dire quello che non si deve mangiare, ma dire quello che si può mangiare».  Tutti principi riassumibili nell’active green city project, un’idea che Fatati sta portando avanti da anni e basata appunto su quattro pilastri: alimentazione sostenibile, attività fisica, malattie non trasmissibili, salute urbana, senza dimenticare l’importanza dell’acqua.

L’evento ha, però, costituito l’occasione per Lions e non di conoscere meglio anche l’Aild, associazione Italina Lions per il Diabete di cui il dottor Mauro Andretta è presidente che ha fin da subito parlato di una nuova visione dei Lions sul diabete che deve agire su ricerca e prevenzione. Dopo aver ripercorso le origini di quella che è la prima associazione italiana riconosciuta dalla sede centrale di OakBrook, ha ricordato che il diabete fa 80 morti al giorno in Italia ed è per questo che bisogna agire attraverso due leve: «favorire la ricerca e parlare a tutto raggio di prevenzione superando anche lo screening».  Su queste idee sono state realizzate importanti iniziative, come lo stanziamento di 520mila euro per borse di studio e progetti di ricerca, il DiaDay, la grande campagna di screening nelle farmacie attraverso la collaborazione con FederFarma, la sponsorizzazione etica di eventi e manifestazioni sportive. Ribadendo a più riprese che «l’Aild non opera in contrasto con i Distretti Lions, tant’è che nel suo consiglio nazionale siedono il presidente del consiglio dei Governatori ed il Governatore distrettuale delegato, che nel 2019 è stato siglato un protocollo con i Muldistretti Lions e Leo, e che bisogna utilizzare le nostre professionalità (Lions, ndr) affinché possano dare un contributo di idee», ha illustrato le sfide del futuro. In particolare, ha affermato che «dobbiamo aprirci anche ad associazioni non Lions, ma che comunque si occupano di diabete. Voglio annunciare – ha aggiunto Andretta – il coinvolgimento dei giovani Leo e faremo di tutto per avere un referente Leo in ogni regione d’Italia». Ha, quindi, ricordato la fondazione di 4 dipartimenti, tra cui il Progetto Serena, che si occupa dell’addestramento dei cani allerta per diabetici in grado di individuare crisi ipo ed iperglicemiche con un anticipo di 20 minuti, e i “Campi Insieme” riservati ai ragazzi dai 13 ai 17 anni in cui far rapportare individui sani con malati di diabete, e la nascita di AilDigest, la nuova rivista ufficiale dell’associazione.

Le conclusioni sono state affidate a Camilla Sangiovanni, presidente del Distretto Leo 108A, che ha raccontato con grande trasporto alcune esperienze maturate con giovani affetti da diabete.

Diabete: prevenzione di una pandemia cronica

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