Il Teatro Studio di Rossella Gesini vince il premio “Il Gerione” a Salerno

La Scuola di Teatro del Teatro Studio di Lanciano e Vasto, diretta da Rossella Gesini, vince la 17° Rassegna del Premio Internazionale di Teatro Educativo & Sociale “Il Gerione” di Salerno con lo spettacolo “Ubu Re” da Jarry per la regia Rossella Gesini, già segnalato in precedenza per la Rassegna Nazionale di Teatro della Scuola di Serra San Quirico (Ancona) a cura dell’Agita. «Siamo felici per questo importante riconoscimento che la giuria del Premio “Il Gerione” ci ha assegnato – dichiara Rossella Gesini, regista e responsabile della Scuola di Teatro del Teatro Studio – : per noi si tratta di un riconoscimento ottenuto dalla Scuola di Teatro tutta, a Lanciano e a Vasto.

L’impegno, la qualità e la passione trovano conferme e soddisfazioni anno per anno». Il Premio Nazionale di Teatro Educativo “Il Gerione” nasce a Salerno come appuntamento annuale nel quale vengono presentati spettacoli prodotti dalle scuole di teatro e da altre agenzie che perseguono finalità di teatro educativo; vengono inoltre realizzati numerosi momenti di confronto e di scambio culturale sulle problematiche del Teatro Educativo. Venti scuole di teatro provenienti da tutta Italia in gara per la sezione nazionale, alla fine la scuola di teatro lancianese ha raccolto più voti di tutti. La giuria era composta da diverse scolaresche e da una giuria tecnica che hanno visionato gli spettacoli in concorso. I protagonisti del lavoro su Jarry sono: Paolo Del Peschio, Vittoria Coletti, Chiara Maccione, Nicholas Spoltore, Lorenza Cocco, Ilenia Ucci, Eleonora Camiscia, Emanuela Presicce, Federico Sciarretta, Martina Caruso, Giovanni Costantino e Giosuè Di Cesare.

La tematica del Premio quest’anno era: “Stretta la soglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia!”. “Giro girotondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra!” … l’antico girotondo risuona ancora nella memoria collettiva…”Stretta la soglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia!” … questo modo di dire era utilizzato a conclusione delle favole. In principio è difficile raccontare una storia, infatti la soglia è stretta, ma andando avanti con il racconto, la strada si fa più larga, tutto diventa più facile ed è più semplice procedere. Il narratore, inoltre, esorta, con questa formula, gli altri a raccogliere il suo testimone per raccontare a loro volta altre storie. Raccontare è una necessità quasi biologica. All’origine di ogni società e di ogni cultura esiste il bisogno di raccontare e di raccontarsi. Le ragioni sono diverse , anzitutto c’è la volontà di un radicamento sociale: raccontare significa ricordarsi di appartenere a un gruppo, a una comunità, significa sentirsi inseriti all’interno di una tradizione che proprio grazie al racconto può essere ereditata dalle generazioni precedenti e trasmessa a quelle future. E’ un processo che garantisce alla comunità stessa di sopravvivere ai propri membri, di perpetuarsi. Basti pensare alle culture orali come quella della Grecia omerica. Ma il bisogno di narrazione incarna anche un desiderio di riconoscimento: raccontare significa prendere coscienza di sé, dei propri problemi, della realtà che ci circonda; l’io scopre se stesso, si comprende, fa l’esperienza di sentirsi vivo.

Raccontare significa ancora costruire rappresentazioni semplici del mondo, chiavi di lettura per decifrarlo. A questa esigenza hanno risposto da sempre i miti, la letteratura, il teatro…Un tempo ci si riuniva in cerchio per discutere, per danzare, per condividere. Il cerchio di persone fa sì che nessuno è a capo della situazione, ma tutti sono chiamati con la propria individualità a dare forma e anima al cerchio stesso, tutti possono guardarsi negli occhi.Il girotondo è un gioco che risponde al bisogno profondo di sentirsi inclusi e il cerchio è il simbolo archetipo di unità, dove tutti sono importanti allo stesso modo, tutti possono guardarsi negli occhi e fare gruppo. Nel girotondo si partecipa a una storia con il corpo, la mente e le emozioni, ma alla fine si torna ad essere dei singoli individui, tutti giù per terra, ma arricchiti dalla condivisione e più felici. Il Comitato Organizzatore della 17ª edizione della Rassegna Internazionale di Teatro educativo e sociale “Il Gerione”, quest’anno, ha deciso di scegliere una tematica fortemente evocativa, in cui il racconto, la leggenda, il mito, la filastrocca, la conta, il gioco di un tempo diventano riscoperta antropologica, socializzazione e condivisione con le altre culture.

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