«Per lui la Bpl non era una banca, ma una famiglia in cui crescere insieme»

Il 28 maggio del 1992 si spegneva Gennaro Paone, figura fondamentale per una Lanciano che nei primi anni ’60, nel pieno di quel boom e di quel miracolo economico italiano, iniziava la sua crescita cercando di tenere il passo con le grandi realtà economiche dell’Abruzzo e della Penisola. A Paone, da molti amichevolmente chiamato “don” si deve infatti l’intuizione di creare nel lontano 1963 un nuovo istituto di credito in città, una realtà che fosse sì banca ma soprattutto un ente di cui i lancianesi e non, potessero fidarsi e che a sua volta potesse sostenerli e tutelarli nelle piccole, grande difficoltà di tutti i giorni. Trent’anni dopo Chiaro Quotidiano ha deciso di ricordare quella straordinaria figura con le parole, gli aneddoti e le emozioni di suo figlio Alberto, oggi stimato avvocato, che facendo suo il credo paterno, cerca di tramandare e portare avanti i valori i ma soprattutto quello straordinario amore per la città che contraddistingueva l’operato paterno.

Gennaro Paone fondatore della Banca Popolare di Lanciano

«Per mio padre – racconta l’avvocato – la Banca Popolare di Lanciano (divenuta poi di Lanciano e Sulmona ed oggi ormai assorbita dal gruppo Bper, ndr) non era semplicemente una banca o il posto di lavoro dove recarsi quotidianamente: era un’idea, quasi una missione da portare avanti e cosa più importante, una famiglia in cui crescere insieme partendo dal primo fino all’ultimo degli impiegati. Nei trent’anni in cui lui è stato ai suoi vertici la banca è cresciuta costantemente, mattone dopo mattone ma senza mai perdere di vista valori come la serietà ed il rispetto.

Per lunghi anni Gennaro Paone e la sua creatura, oltre ad essere un modello di professionalità ed efficacia nel settore del risparmio (qualità queste riconosciute anche dalla prestigiosa rivista di settore “Milano Finanza” che la inserì al secondo posto tra i migliori istituti di credito d’Italia) sono stati un imprescindibile punto di riferimento per l’economia e per la vita stessa della città di Lanciano: «senza il sostegno della Bpl – ci confida il figlio – molti degli enti e delle manifestazioni che ci sono ancora oggi nella nostra città non avrebbero avuto vita lunga: parlo del Mario Negri Sud, di tante industrie della Val dì Sangro, ma anche dei Corsi Musicali Estivi, di Lancianofiera e di tanti altri eventi e manifestazioni che nella banca hanno sempre trovato comprensione, appoggio e sostegno». E proprio questa straordinaria disponibilità era emblematicamente sintetizzata con “Quando occorre è con te” lo slogan con cui Gennaro Paone avevo reso bene l’idea di servizio alla collettività.

Paone oltre a dare lavoro, futuro e dignità a gli oltre seicento dipendenti della sua banca non fece mai mancare privatamente e con discrezione il suo sostegno a tantissime famiglie lancianesi che ancora oggi ne ricordano e ne rimpiangono le grandi qualità e le virtù morali, «papà – sottolinea ancora il figlio Alberto – non prese per sé mai un soldo né tantomeno uno stipendio: il suo grande obiettivo e sogno era quello di rendere grande Lanciano e di non essere da meno rispetto a suo padre Alberto che dal 1946 al 1951 fu il primo sindaco della città dopo la nascita della Repubblica».

Tanti ricordi affollano la mette del figlio Alberto ma dalle sue parole traspare anche un pò di dispiacere per un città che forse non ha reso il giusto onore e merito ad un suo figlio che invece le ha dedicato i suoi migliori anni: «a parte l’auditorium che si trova nella sede centrale di viale Cappuccini, nessuna strada o targa ricorda la figura di mio padre e questo sinceramente mi provoca dispiacere: qualche anno fa su di lui fu scritto un libro ma si tratta sempre di iniziative che seppur lodevoli, sono portate avanti dai privati e non dagli amministratori». Nonostante tutto però Alberto Paone guarda al futuro e lavora alla creazione di qualcosa di importante e duraturo, «vorrei creare – conclude l’avvocato – un’associazione o ancor meglio una fondazione che porti avanti la memoria ed i progetti a cui mio padre teneva: al momento è un’idea ma intendo lavorarci seriamente coinvolgendo anche gli attuali vertici societari della Bper».

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