«Questo monumento di cent’anni fa è l’altare laico che racchiude il senso delle vite e del loro sacrificio»

Un secolo fa veniva inaugurato a Vasto il Monumento ai Caduti. Era il 24 maggio del 1922. Ieri mattina la commemorazione in piazza Caprioli, in occasione del 107° anniversario dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale.

Vasto, piazza Caprioli: il Monumento ai Caduti

«Fa male dover parlare ancora di guerra, far solo lontanamente pensare che i dissidi tra nazioni, tra politiche, tra uomini vengono trattati, nella ricerca di una soluzione, con le armi», ha detto la vicesindaca, Licia Fioravante. «Ciascuno di noi è chiamato ad impegnarsi personalmente, nei propri ambiti di vita e di passione, nel ricordo di quanto accadde a causa di uomini che usavano stabilmente la forza quale arma di prevaricazione. Pensiamo e realizziamo un mondo libero dal peso della guerra».

L’intervento dell’assessore alla Cultura, Nicola Della Gatta: «Questo monumento, inaugurato il 24 maggio di cento anni fa, è da quel 1922 simbolo di tutto questo: racchiude il senso di quelle vite e del loro sacrificio, assumendo la sembianza ed il valore di un altare laico.
Questo marmo bianco di Carrara, opera dello scultore Enrico Remedi, sul quale sono incisi i nomi dei Caduti in rigoroso ordine alfabetico e senza indicazione del grado o delle origini sociali assurge a memento che, nell’Italia riunita, i confini tra le classi e le latitudini tra ufficiali e soldati, tra decorati e fantaccini, non hanno più ragione di esistere in quanto figli di una stessa Patria, accomunati da un destino che lega indissolubilmente i morti con i vivi. Un richiamo, un monito soprattutto, alle giovani generazioni che troverà una successiva enfatizzazione nel Parco della Rimembranza nella Villa Comunale, realizzato l’anno successivo con la messa a dimora di due file di lecci quantitativamente corrispondente al numero dei Caduti in guerra e segnatamente dedicate a ciascun Caduto.

Nel 2018, centenario della fine della Grande Guerra, grazie all’operosa iniziativa dell’Università delle Tre Età e del Rotary Club di Vasto, l’Amministrazione Comunale ha collocato 198 mattonelle dipinte a mano, una per ogni soldato vastese caduto durante la Prima Guerra Mondiale: ad osservarle balza agli occhi la semplice indicazione della loro età. Numeri silenziosi che fanno rumore ed interpellano le nostre coscienze».

«Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella», ricorda Della Gatta, «ci ha ribadito come “dobbiamo sentire sempre dentro di noi il dovere della memoria”: è questo l’impegno morale che noi adulti abbiamo nei confronti delle giovani generazioni. Spetta a noi, per primi, trasmettere loro la grande dignità di valori quali la
patria, l’identità nazionale, la memoria. Solo attraverso la loro conoscenza di ciò che avvenne, dello slancio ideale che animò tanti italiani fino al sacrificio della propria stessa vita, i nostri giovani, gli italiani di domani, potranno evitare che tali tragedie tornino a ripetersi».

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