Tre auto a fuoco a Canosa Sannita nella notte di Santo Stefano: carabinieri denunciano un 60enne

È stato denunciato in stato di libertà il 60enne di Canosa Sannita, F.M., ritenuto il responsabile del rogo che ha distrutto tre auto nella notte di Santo Stefano dello scorso anno. L’uomo, disoccupato e gravato da precedenti, è stato individuato dopo le indagini dei carabinieri della stazione di Tollo e del nucleo operativo della Compagnia di Ortona.

I carabinieri di Tollo e i vigili del fuoco erano «intervenuti sul posto nelle immediatezze e, già dalle prime indagini, avevano riscontrato l’origine dolosa del rogo in quanto le auto – appartenenti a persone dello stesso nucleo familiare – erano andate in fiamme contemporaneamente senza il passaggio del fuoco dall’una all’altra – spiega il capitano Luigi Grella -. Un danno patrimoniale di rilevante entità per il nucleo familiare in quanto il valore della BMW X3, dell’Alfa Romeo GTV e della Land Rover Free Lander era di circa 40 mila € non coperto da assicurazione».

I sospetti dei carabinieri della stazione di Tollo si erano da subito indirizzati su F.M. in quanto «i militari erano già a conoscenza del contenzioso di natura economica che era intercorso con uno dei componenti della famiglia proprietaria dei veicoli distrutti dalle fiamme. Il sospettato era stato sentito dai carabinieri la notte stessa sul luogo dell’evento e subito dopo convocato in caserma. Qui aveva fornito dichiarazioni sui suoi movimenti e sulle frequentazioni avute nel corso delle ore antecedenti il fatto che dalle indagini si erano rilevate prive di fondamento».

L’attività investigativa, attraverso l’ascolto di alcuni testimoni e la visione delle immagini dell’impianto di videosorveglianza comunale, ha permesso di accertare «i movimenti che l’indagato aveva fatto quella sera proprio in corrispondenza del punto esatto dove i veicoli erano parcheggiati e negli stessi istanti in cui erano scoppiate le fiamme mentre ai carabinieri F.M. aveva fornito informazioni totalmente discordanti. L’evento aveva generato un forte allarme sociale tra i residenti della piccola e tranquilla comunità dell’entroterra chietino dove fatti del genere, e di pari allarme sociale, non sono praticamente mai avvenuti prima». 

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