Resistenza, liberazione, democrazia: Vasto celebra il 25 aprile. «La memoria dei caduti per la libertà non venga mai meno»

Tommaso Saraceni, Armando Ottaviano, Angelo Cianciosi, Leonardo Umile, Antonio Cieri. È iniziata con la deposizione di alcuni omaggi floreali alle edicole dei caduti nella Resistenza al nazifascismo, la celebrazione istituzionale in occasione della Festa della Liberazione. Questa mattina un folto corteo partito da piazza Rossetti con in testa il tricolore, si è snodato per le vie del centro storico di Vasto per rendere omaggio, nel giorno del 77° Anniversario della Liberazione, a quanti hanno sacrificato la vita per la libertà.

La manifestazione, organizzata dal Comune di Vasto e dall’Anpi, ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’Arma, della Marina militare, della Finanza, dell’Aeronautica, di carabinieri e polizia in pensione, dei vigili urbani e della banda di San Martino dell’Incoronata. Nel corso della manifestazione, i rappresentanti dell’Arma e il presidente del consiglio comunale, Marco Marchesani, intervenuto in vece del sindaco Francesco Menna, hanno tributato altri due omaggi agli eroi della Resistenza, uno al monumento ai Caduti di piazza Caprioli, l’altro al Monumento dedicato ai Caduti del Mare. Nel suo discorso, Marchesani ha ricordato i partigiani che «lottano per la libertà della patria, per la dignità del proprio popolo e per la riaffermazione dei propri diritti». Maria Luisa Alessi, Tina e Giuseppe Anselmi, Pietro Nenni, Irma Bandiera, Sandro Pertini, Primo Levi, Beppe Fenoglio, alcuni dei partigiani inseriti nel discorso del presidente del consiglio comunale: «I 25 partigiani citati – afferma – sono solo simbolicamente 25, ma sono parte della testimonianza che l’affermazione della pace non deriva dal desistere o dall’accettazione di condizioni imposte. Tutto questo non può lasciarci nell’indifferenza dei nostri giorni. È dalla resistenza che è nata la pace, la democrazia; la nostra Repubblica».

Il percorso del corteo, scandito dalle note della banda di San Martino dell’Incoronata, è terminato in piazza Brigata Maiella dove i rappresentanti dell’Arma e delle Istituzioni hanno omaggiato la memoria dei partigiani con una corona d’alloro deposta ai piedi della targa dedicata alla brigata omonima. Qui, il presidente di Anpi Vasto, Domenico Cavacini, ha ricordato l’ex sindaco, Luciano Lapenna, che ha «fortemente voluto le celebrazioni del 25 aprile, data a lungo cancellata, così come ha voluto che la piazza fosse risistemata e intitolata alla Brigata Maiella. Il 25 aprile – afferma Cavacini – festeggiamo la Liberazione dall’antifascismo ad opera dei partigiani e degli alleati. La liberazione, l’affermazione della Repubblica, l’entrata in vigore della Costituzione, costituiscono le tappe su cui si fonda il nuovo stato italiano così come lo conosciamo. Ma in questa data ricordiamo anche quanto dolore, quanti morti, quanti sacrifici, quanto terrore, è costata la liberazione dal fascismo e dal nazismo. Ricordare cosa è stata la resistenza ci deve servire anche a comprendere quanto accade oggi di nuovo in Europa e ad essere in qualche modo più vicini alla popolazione Ucraina che, a causa della guerra scatenata senza alcuna comprensibile motivazione da parte della Russia, sta subendo la distruzione sistematica del suo territorio. Stragi, deportazione dei civili, una catastrofe umanitaria senza precedenti. Pensavamo che quella pagina terribile culminata nel crimine supremo della Shoah ci avesse vaccinato contro qualsiasi possibilità di replica, ma quanto pare non è così. Ma questa assurda guerra non deve impedirci di lavorare e lottare ogni giorno per riaffermare il diritto e la speranza di un futuro di pace e di libertà per tutti i popoli. Lo dobbiamo soprattutto ai giovani che hanno il diritto di vivere in un mondo più giusto è più rispettoso della dignità umana».

A chiudere la celebrazione istituzionale l’intervento dell’assessore alla Cultura, Nicola Della Gatta. «Il 25 aprile di 77 anni fa fu, per l’Italia intera, il giorno della Liberazione, il giorno della ricomposizione dell’unità nazionale nel nome della libertà. Alla propria liberazione diede un contributo determinante il popolo italiano: in primo luogo, con l’opera tenace ed eroica delle formazioni partigiane costituitesi nelle campagne, nelle montagne, nelle città d’Italia. Rievocando quei momenti, ricordiamo coloro che ne furono protagonisti: i caduti, le popolazioni di villaggi trucidate dalle forze naziste, le donne, anch’esse partecipi della lotta per la Liberazione, le migliaia di italiani di origine ebraica deportati e sterminati nei campi di concentramento, la gloria di quella moltitudine di cittadini italiani, donne e uomini di ogni ceto sociale, che a rischio e spesso a prezzo della loro vita protessero e salvarono tutti coloro che si battevano contro l’insana barbarie nazista. La memoria di quella lotta vuole rendere più salda l’unità nazionale dell’Italia repubblicana, più salda la democrazia conquistata per tutti gli italiani. La memoria dei conflitti, delle tragedie cui siamo sopravvissuti, la memoria dei caduti per la libertà, non venga mai meno. Alimenti nei nostri cuori l’amore per le istituzioni democratiche. Abbiamo voluto e saputo costruirle per vivere insieme, nella pace, le gioie della libertà».

Festa della Liberazione

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