I negozi di dischi stanno assumendo sempre più i connotati di una specie protetta. L’evoluzione tecnologica, i cambiamenti nelle modalità di fruizione – e anche di produzione – della musica, hanno portato nel corso degli ultimi due decenni alla chiusura di molti negozi. Quelli che, strenuamente, resistono, sono ormai una sorta di meta di pellegrinaggio di chi continua a preferire il fascino di un disco tra le mani, di chi è tornato a far girare la puntina su un vinile per ascoltare brani di ieri e di oggi. E il Record Store Day, celebrato oggi in tutto il mondo, è l’appuntamento che, da qualche anno, accende i riflettori sui negozi di dischi che, come le botteghe degli artigiani di un tempo, in qualche modo caratterizzano le città. Da quasi settant’anni a Vasto disco fa rima con Barone. Del resto, al suo negozio fondato nel 1955 Angelo Barone diede proprio il nome di Casa del disco. Nel negozio – prima al Carmine, poi in piazza Diomede – sono passate generazioni di appassionati di musica che hanno acquistato migliaia di dischi, cassette, videocassette, cd e anche strumenti e spartiti. Dal 2015, anno della scomparsa del signor Angelo, che con la moglie Iole Ligabue ha sempre portato avanti l’attività, il volto che accoglie da dietro al banco della bottega di piazza Diomede è quello di Sergio, cresciuto – come la sorella Antonella – a pane e dischi.
«Noi andiamo avanti e resistiamo, cercando di proporre sempre qualche novità seguendo anche le richieste del pubblico», ci racconta alla vigilia del RSD2022. Con la ri-affermazione del vinile come mezzo per l’ascolto e un po’ come oggetto di culto, «le persone stanno tornando nei negozi di dischi. Però si va a periodi». Se, nel post pandemia, c’era stato un buon recupero della richiesta, «con lo scoppio della guerra, come credo un po’ in tutti i settori, c’è di nuovo un fermo». C’è un buona eterogeneità del pubblico che continua ad amare i supporti fisici. «Cerchiamo di essere sul pezzo per accontentare sia i giovani, che fanno scelte di tendenza, che gli adulti, alla ricerca di ristampe dei dischi storici o di gruppi che tornano con qualche nuovo disco». Casa del Disco è presente nel database nazionale del Record Store Day e, con gli ultimi arrivi proprio di ieri mattina, ha allestito una vetrina con le nuove pubblicazioni celebrative del 23 aprile. «Ci sono state oltre trecento titoli per il RSD. Non potevamo certo prenderli tutti, ho fatto una scelta secondo il proprio pensiero e il mercato che si ha». Tra tutti i dischi arrivati in negozio per questa giornata – gli ultimi proprio ieri – abbiamo chiesto a Sergio Barone di fare una sua personalissima scelta. Ci ha pensato su e poi ha pescato dalla pila Lover Over Gold, dei Dire Straits, e il disco con le Demo del 1971 di Lou Reed. Il giorno di festa dedicato ai negozi di dischi è anche l’occasione per ricordare quanto Barone – come tutti i vastesi chiamano il negozio – sia stato e continui ad essere un punto di riferimento anche per la musica locale.
Nella vetrina non manca mai il cd di qualche artista locale. «Non diciamo mai di no. Credo che tutti partano da un inizio, tutti sono partiti dal basso per arrivare chissà dove. Ci piace poter accogliere i loro dischi in negozio». Ci si lascia alle spalle l’inverno, in cui «magari ci sono giorni in cui non entra nessuno in negozio» ma con l’estate sono tanti anche i turisti che si lasciano attrarre dalla vetrina e, all’interno, scoprono un mondo di dischi che fa fare un viaggio nella storia della musica. L’ultima tendenza è il «ritorno alle cassette. Ne abbiamo tantissima originali della loro epoca, che abbiamo conservato in magazzino. Ma ci sono anche artisti che tornano a pubblicare in questo formato». E quindi prepariamoci a tornare ad armeggiare con le biro per far tornare il nastro al suo posto. I millennials potranno chiedere ai genitori di cosa si tratta. Magari loro tireranno fuori da uno scaffale un nastro dei Pink Floyd, dei Queen o dei cantautori italiani. Non male per celebrare la giornata dedicata ai negozi di dischi.