«Tubature colabrodo, spendere meglio i soldi: meno burocrazia, più personale per le riparazioni»

Meno burocrazia, più personale per riparazioni e lavori. Sul problema acqua, che a Vasto vuol dire tubature colabrodo, dispersione e disservizi, Vincenzo Suriani, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Vasto, chiede che i soldi vengano spesi meglio.

Vasto: perdita d’acqua da un marciapiede di via Cardone il 25 marzo scorso

«È chiaro – afferma l’esponente del centrodestra – che le responsabilità si sono accumulate nel tempo, perché sono quarant’anni che non si interviene strutturalmente sulle tubature, però bisogna anche dire che negli ultimi anni la situazione si è aggravata perché anche le manutenzioni ordinarie sono state tralasciate. E poi c’è una certa tendenza ad aumentare la struttura burocratica invece che la struttura operativa dell’ente gestore. Il personale sul campo e i mezzi sono quelli che sono, invece aumentano, per esempio, le parti amministrativa e burocratica. Abbiamo sempre fatto presente che, molto probabilmente – sostiene Suriani – non vengono gestiti bene i soldi del bilancio della Sasi.

Bisogna intervenire cercando di capire quali sono gli interventi più urgenti da fare, poi razionalizzando le risorse. E cominciare a programmare gli investimenti prima con le risorse interne dell’ente e poi anche con risorse esterne come il Pnrr e finanziamenti degli enti sovraordinati, soprattutto riguardo all’acquedotto del Verde, che serve la maggior parte di Vasto».

L’ingegner Edmondo Laudazi ha proposto di costruire una nuova tubatura che parta dalla diga di Chiauci e porti acqua al Vastese [VIDEO]. «È evidente – commenta Suriani – che la questione non riguardi solo la diga di Chiauci, nel senso che il grosso dell’acqua che raggiunge Vasto non viene da Chiauci, ma dalle fonti del Verde. Tutto ciò che serve ad alleviare lo stato di siccità permanente va bene, però le soluzioni dovrebbero essere rapide. Intanto bisogna cercare di fronteggiare la prossima estate in maniera migliore di come si è fatto nelle precedenti, aumentando la pressione idrica, e poi intervenire strutturalmente. Poi, se si può arrivare a una fonte secondaria, va bene ma non sarà certo un intervento rapido. Non mi sembra sia un problema di carenza idrica. Il problema è rappresentato da perdite, lavori non eseguiti, disservizi e chiusure improvvise che scoraggiano il turismo. Intanto vanno ridotte le perdite, tenendo presente che, siccome i fondi non sono infiniti, bisogna destinarli innanzitutto alle esigenze principali. Ciò non toglie che poi si possano trovare altri percorsi di approvvigionamento. Ma dovrebbero essere lavori già programmati dall’ente preposto».

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