Fara San Martino, inaugurato il busto dedicato a don Aldo De Innocentis: «È nella storia della nostra comunità»

È stato inaugurato domenica sera, nel giorno del centenario della sua nascita, il busto in bronzo dedicato a don Aldo De Innocentiis, per oltre 60 anni parroco di San Remigio Vescovo a Fara San Martino. Il parroco don Matteo Gattafoni e il comitato promotore hanno organizzato una settimana di appuntamenti per il sacerdote originario di Filetto che ha dedicato tutta la sua vita e la sua missione pastorale, fino al 2008, anno della sua morte, a Fara San Martino. In parrocchia si sono succeduti i sacerdoti faresi che hanno avuto don Aldo come parroco e guida, portando parole di ricordo e di riflessione sulla figura del sacerdote. Il busto in bronzo, opera dell’artista Giuseppe Colangelo, è stato posizionato nel cortile della casa canonica, dove don Aldo ha vissuto, accanto alla chiesa del Suffragio.

«La nostra comunità è in festa – ha detto don Gattafoni nell’introdurre la cerimonia – . Ci sembrava un’occasione imprenscindibile, il centenario della sua nascita, per fare memoria di quello che è stato per la comunità di Fara e per tutta la Chiesa diocesana. Ci siamo preparati a questo momento intensamente. Abbiamo ripercorso la vita dell’uomo, la fede del cristiano e lo zaino del pastore. Ringrazio tutta la comunità, il comitato promotore dell’evento, l’amministrazione comunale, i docenti della scuola primaria e secondaria di Fara San Martino. Nei suoi tratti è trasparso sin da subito il volto del mio parroco, don Mario. Come lui, don Aldo ha attraversato un secolo molto difficile, di grandi cambiamenti, mantenendo sempre viva la speranza e rimanendo sempre decisamente attuale, potremmo dire moderno, capace di riprendere un dialogo fruttuoso con i tempi che si susseguivano, con le stagioni anche ecclesiali che si sono alternate. La scelta di spendersi per il signore, l’amore alla Chiesa Madre, la docilità e l’obbedienza ai vescovi, la custodia delle tradizioni sono l’eredità che ci ha lasciato».

Il sindaco di Fara San Martino, Antonio Tavani, ha annunciato un nuovo appuntamento dedicato a don Aldo per il conferimento della cittadinanza benemerita alla memoria. «Ho avuto piena consapevolezza del grande dono che i componenti del comitato hanno fatto a don Aldo per il suo 100° compleanno ma anche alla storia di Fara, perché don Aldo è la storia di Fara San Martino. Grazie a don Matteo, la gratitudine più sentita per questa settimana di celebrazioni, a un lungo percorso di memoria che oggi si cristallizza in questo giardino, che aggiunge ricordo e testimonianza ad un sentimento che viveva, vive e vivrà nei cuori e nella memoria di tante generazioni di cittadini di Fara San Martino – ha detto il primo cittadino -. Per diversi decenni Fara San Marino giungeva al mondo in due modi: con Corrispondenza parrocchiale (il giornale della parrocchia, nda) e la pasta. Dobbiamo essere grati che restano ancora queste due ricchezze e non solo a raccontare di Fara, oggi che tutto viaggia molto più veloce. Tantissime cose abbiamo fatto per Fara, sempre in armonia, perché sapeva sempre dove far fermare l’interlocutore, persuadendolo quasi sempre che fossero sempre le sue le soluzioni e le idee migliori. A Fara San Martino resta una eredità spirituale e culturale enorme e saremo sempre grati a quest’uomo, a questa guida, al nostro don Aldo». Parole a cui hanno fatto eco quelle del sindaco di Filetto, Rocco Di Nanno. «Siete stati fortunati ad avere per tanti anni con voi don Aldo. E oggi avete con voi un bravo parroco, che vi auguro possa restare qui a lungo».

L’arcivescovo di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, dialogando con i bambini ha tracciato un profilo di don De Innocentis prendendo spunto dalle lettere del suo nome. «Don Aldo era pieno di amore, amava Dio e i faresi con tutto il suo cuore. Non ha mai voluto lasciare questa terra perché amava il suo popoolo». Poi era una persona «laboriosa, che si dava tanto da fare. Per noi è un esempio bellissimo perchè tutti dobbiamo vivere una vita impegnata. E poi c’è il dono di sé che Don Aldo ha fatto a Dio e a voi. Sapeva che tutto passa ma ciò che non passerà mai è ciò che abbiamo donato». Infine le «opere. Don Aldo ne ha fatte tante, sia quelle che vediamo con i nostri occhi, come i bellissimi mosaici della chiesa, che quelle invisibili. Ha organizzato il suo popolo, ha messo insieme le varie iniziative. Era una persona operosa, che realizzava per Dio e per gli altri».

La nipote, Cristina De Innocentiis, ha ricordato l’arrivo «qui, il 31 ottobre 1946, sotto una pioggia torrenziale», del «nuovo parroco, privo di qualunque esperienza del mondo ma carico di fede e di amore. Dai suoi quaderni abbiamo appreso tutte le difficoltà, la guerra aveva lasciato devastazioni morali e materiali inimmaginabili. Pian piano, don Aldo ricostruisce la parrocchia e comincia a conoscere e a vivere le famiglie di Fara. E voi diventate subito la sua passione, insieme a voi si è sentito parte e figlio di questa terra e di questa montagna. Ha conosciuto tutto, anche di quelle famiglie lontane di emigranti. È stato consigliere, guida, memoria storica, ricettacolo di valori e speranze. Tutto questo è stato possibile perché questa comunità lo ha saputo accogliere con rispetto e amore. Così come ha accolto zia Letizia, la discreta e dolce figura vissuta nell’ombra ma profondamente legata a questa terra. Queste giornate rimarranno indelebili nella storia della sua famiglia e di questa terra dove è felicemente rimasto fino all’ultimo giorno».

Fara San Martino - Il ricordo di don Aldo De Innocentiis

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