«Quella di riaprire un breve tratto di corso Trento e Trieste al traffico credo sia una delle peggiori idee finora partorite da questa amministrazione comunale. Denota scarsa conoscenza delle problematiche del commercio e assoluta mancanza di visione e di strategia di sviluppo della città». A dirlo è il consigliere di minoranza di Progetto Lanciano, ex vice sindaco nella giunta Pupillo, Giacinto Verna. «Del resto, – prosegue Verna – quanto oggi in Comune si navighi a vista, è stato già ampiamente dimostrato con la figuraccia dei parcheggi a pagamento nel periodo natalizio. Non credo che Lanciano meriti di fare ancora da cavia alle balzane idee della giunta Paolini».
Se un Comune ha l’obiettivo di contrastare la desertificazione commerciale e vuole rafforzare l’economia urbana, secondo Verna «deve investire sulla valorizzazione del centro cittadino, così come fanno da decenni tutte le città che puntano a crescere e a diventare più attrattive».
«La nostra idea – dice ancora il consigliere di minoranza – è sempre stata quella di creare un’unica grande area pedonale, un luogo di aggregazione sicuro, che invitasse la gente a uscire e a frequentare un “grande centro dalla Piazza alla Pista”, e che potessero farlo in sicurezza famiglie con bambini e anziani. Un’idea destinata ad attrarre non solo i lancianesi e i residenti, ma anche visitatori dal comprensorio e oltre, con la legittima ambizione di puntare a un forte sviluppo turistico di Lanciano. Abbiamo investito in opere e in servizi – spiega – che potessero ravvivare questo centro, come gli uffici dell’Inps o l’università».
Sempre secondo Verna, la chiusura di quel tratto di Corso ha ravvivato tutta l’area e favorito l’afflusso verso il Parco Villa delle Rose. «Siamo consapevoli della crisi che da anni attanaglia il commercio e siamo solidali con gli operatori del settore, oltre che disponibili a contribuire alla ricerca di soluzioni, che di certo non possono essere vecchie ricette del Novecento. A pochi parcheggi in più non corrispondono clienti in numero illimitato, ma semplicemente una città meno vivibile. – conclude Verna – Se questa idea assurda dovesse andare in porto, la conseguenza più evidente sarà quelle di ridurre la frequentazione di quel tratto di Corso, penalizzando le attività commerciali presenti sia con il calo di affluenza sia costringendole a ripensare la loro attuale struttura».