In occasione della Giornata internazionale della Donna, nella mattinata di mercoledì 9 marzo, gli alunni dell’Istituto Tecnico Economico “G. Spataro” di Gissi hanno partecipato all’evento “Scuola, Educazione, Pari opportunità. Il contributo di Don Milani”.
Dopo il saluto della dirigente scolastica, Aida Marrone, sono intervenute all’iniziativa, in qualità di relatrici, la professoressa Bianca Campli, presidente del Club Unesco di Vasto, Sandra Passerotti, autrice del libro “Le ragazze di Barbiana” e Fiorella Tagliaferri, allieva di Don Milani. La professoressa Campli ha sottolineato «l’importanza dell’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, nata nel secondo dopoguerra per combattere per la pace ma con le armi della cultura, che tutela i patrimoni culturali, artistici e naturalistici, definiti patrimonio dell’umanità». Nel suo intervento, la presidente del Club Unesco, ha comunicato che a Vasto, per ricordare la figura di don Milani, verrà eretta una statua in suo onore raffigurante un giovane povero con i libri in mano.
Emozionante e significativo anche il racconto di Sandra Passerotti, moglie di Fabio Fabbiani, un allievo della Scuola di Barbiana, nonchè autrice del libro “Le ragazze di Barbiana”, la scuola al femminile di Don Milani. «Chiunque arrivasse a Barbiana, artigiano, avvocato, pittore – spiega la Passerotti – doveva mettersi a disposizione della scuola, non c’erano programmi scolastici, ma una scuola aperta ad ogni forma di conoscenza, rivolta agli ultimi, a coloro che venivano emarginati dalla società, ai poveri». Dalla sua narrazione sono emersi i percorsi di vita vissuta, in particolare dalle ragazze, all’interno della scuola di Barbiana. Testimonianze di figure femminili che danno voce ad emozioni, immagini, pensieri. Dal viaggio dei ricordi emerge che Don Milani valorizzava la donna, considerata da molti le ultime degli ultimi, tanto che dapprima crea a San Donato di Calenzano una scuola per le ragazze, poi, a Barbiana, le inserisce nella scuola con i ragazzi, le istruisce, fa capire loro quali sono i loro diritti, perché abbiano la stessa cultura e la stessa indipendenza degli uomini. L’insegnamento di Don Milani si basava sui valori del Vangelo e sulla Costituzione Italiana che faceva leggere a tutti i ragazzi.
Anche Fiorella Tagliaferri, allieva della Scuola di Barbiana, ha condiviso una testimonianza forte, legata ad un vissuto in cui emergono la sofferenza, la discriminazione, la povertà. L’ex-allieva ricorda «essere poveri non significa essere diversi, credevamo di esserlo perché la cultura che ci mancava non dava la parola, dovevamo abbassare la testa, vivevamo una vita di umiliazioni ogni giorno ma, grazie a Don Milani, grazie al suo insegnamento, ai valori che ha trasmesso, alla parola, alla cultura, l’autostima è cresciuta e la vita degli ultimi è cambiata». La relatrice ha esortato i ragazzi a «riflettere sull’importanza della cultura, dello studio, della scuola» e sottolinea che «molto ci potrebbe essere tolto, per varie cause, ma ciò che si è appreso non verrà tolto da nessuno e rimarrà dentro di noi. Questo è il valore della cultura che si affianca a quello della dignità, del rispetto dell’altro, della condivisione, dell’inclusione».
I ragazzi e le ragazze dell’I.T.E., hanno donato alle relatrici intervenute alcuni disegni realizzati da loro che raffigurano la persona e l’opera di Don Milani, immaginandone la presenza trasformatrice e generatrice a Gissi. La dirigente scolastica sottolinea ha evidenziato poi «la modernità della didattica di Don Milani, che già prevedeva nell’insegnamento Clil, Service Learning, mobilità europee, cooperative learning, peer tutoring, learning by doing, metodologie che favoriscono l’apprendimento al centro del dibattito pedagogico odierno». Significativo il messaggio della giornata trasmesso dalle relatrici: «Il tempo è prezioso, non va sprecato, lo studio è importantissimo e la vera povertà è quella culturale, non di certo quella materiale. Una solida formazione può colmare il dislivello tra i ceti sociali e sconfiggere le disuguaglianze di genere, facendo crescere cittadini non più sudditi ma sovrani».