Il nuovo ospedale non c’è, ma già fa discutere. Regione Molise: «Minaccia per la nostra sanità»

Non è stata ancora posata la prima pietra (attesa da oltre vent’anni), ma il futuro ospedale di Vasto viene già considerato una minaccia per la sanità molisana. Lo ritiene tale il Consiglio regionale del Molise, che approva un documento in difesa dell’ospedale San Timoteo di Termoli. Passa all’unanimità la mozione presentata dall’ex presidente della Regione Molise e attuale consigliere regionale Michele Iorio, secondo cui «se va in porto il disegno della Regione Abruzzo di costruire tre nuovi ospedali, la sanità pubblica molisana non esisterà più», si legge nelle dichiarazioni riportare dal giornale online Primonumero.it. Per Iorio, il Dea (dipartimento emergenza e accettazione, n.d.r.) di secondo livello che sarà realizzato a Vasto non si regge senza il bacino di utenza del Basso Molise», quindi il futuro ospedale «non può essere considerato un doppione dell’ospedale San Timoteo di Temoli, né può individuare come bacino di utenza la popolazione del Basso Molise». Il governatore molisano, Donato Toma, dichiara in aula di aver telefonato al suo collega dell’Abruzzo, Marco Marsilio, dopo aver letto le dichiarazioni del direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, che parlando del progetto ha detto: “La struttura sarà espandibile perché è candidata a diventare un ospedale interregionale con il Basso Molise».

Il rendering del nuovo ospedale di Vasto

Francesco Menna, sindaco di Vasto, cerca di abbassare i toni: “Verso l’ex presidente Iorio coltivo una grande stima e un bel ricordo che risale a quando ero studente universitario in Molise. Ma la sua considerazione, inopportuna e antistorica, non la condivido. Vasto e il Vastese hanno oltre 100mila abitanti, che d’estate salgono a 300mila. Il Vastese merita un servizio sanitario dotato di un Dea di secondo livello, ma soprattutto un’assistenza sanitaria ben ramificata sul territorio. Non si può pensare che, siccome il nostro territorio confina col Molise, dobbiamo rinunciare al nostro diritto alla salute perché qualcuno vede la nostra sanità come se fosse competitiva o concorrenziale. Anzi, chi pensa questo dovrebbe approfittare proprio della nostra visione per fare un accordo di programma al fine di collaborare col nostro settore sanitario. Abbiamo tanti utenti che vengono qui per curarsi dal Lazio, dalla Campania, dalla Puglia. Ad esempio, penso al Bernabeo di Ortona, divenuto ospedale rosa per eccellenza non solo in Abruzzo, ma anche per le pazienti di Marche, Molise, Campania e Puglia, che vanno a Ortona a operarsi per le patologie oncologiche del seno o dell’utero. Stesso discorso per l’urologia, la gastroenterologia e la neurologia di Vasto. Siamo disponibili collaborare con i cittadini molisani in termini di accordi di programma e di convenzioni che possano facilitare anche il loro diritto alla salute».

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