Non solo rischi per la sicurezza stradale e problemi per attività economiche, allevamenti e aziende di produzione. Adesso la presenza di cinghiali nei centri urbani potrebbe diventare un veicolo di diffusione della peste suina. Per discutere dell’emergenza ungulati sul territorio e per chiedere interventi sulla gestione della fauna selvatica, il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, in veste di vice presidente del consiglio nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia (Anci) e di coordinatore del gruppo di lavoro che, insieme al sindaco di Piovà Massaia, Antonello Murgia, si occupa dell’emergenza cinghiali, ha preso parte ad un’audizione di fronte alle commissioni Sanità e Agricoltura del Senato.
«Il rischio concreto è che la diffusione della peste suina oltrepassi i confini delle zone rosse, che al momento si limitano alla Liguria e al Piemonte – afferma Di Giuseppantonio -. È stato comunque positivo che sia tornata alta l’attenzione sulla fauna selvatica e si entri nel merito del suo controllo e gestione, che vorrebbe dire contingentare il numero di animali selvatici presenti sui territori in base a criteri scientifici. I danni economici che l’agricoltura sta pagando a causa del proliferare dei cinghiali sono molto alti. Non solo: a questi vanno ad aggiungersi i tanti incidenti stradali provocati dagli ungulati e la loro presenza sempre più frequente nei centri urbani. Se la peste suina dovesse propagarsi è chiaro che avremmo un rischio di contagio».
L’Anci ha chiesto alle commissioni del Senato che, in sede di conversione del decreto legge n. 9/22, venga inserita una modifica all’articolo 19 della legge 157 del ’92 condivisa tecnicamente con l’Ispra e diverse regioni per assicurare gli interventi di contenimento della diffusione del cinghiale in ambito urbano dove si concentrano gli animali in sovrannumero con conseguente grave rischio di contagio. Una seconda modifica richiesta riguarda il supporto operativo al personale di Regioni e Province per le operazioni di gestione delle attività di controllo. In questo caso occorre ampliare la platea dei soggetti autorizzati a svolgere il ruolo di coadiutori con personale qualificato da corsi riconosciuti dall’Ispra. «Da qui l’appello dell’Anci ai senatori – aggiunge Di Giuseppantonio – affinché sostengano e facciano propria la proposta Anci in sede di conversione del decreto, al fine di scongiurare l’aggravarsi di una situazione che rischia di minare un pezzo importante dell’economia del nostro Paese».