False vaccinazioni contro il Covid, indagato anche un uomo di San Giovanni Lipioni

C’è anche un residente di San Giovanni Lipioni tra i destinatari delle misure cautelari emesse ieri dal gip di Ancona nell’ambito dell’inchiesta sulle finte vaccinazioni contro il Covid-19 per ottenere il Green Pass. Per l’uomo, classe 1978, è stato disposto l’obbligo di dimora nel piccolo comune dell’Alto Vastese con divieto di uscire di casa nella fascia oraria 21-6 e obbligo di presentarsi alla polizia ogni giorno. 

L’operazione è della procura della Repubblica di Ancona e prende il nome di “€ Green pass 2”, ha portato alla luce l’attività di un infermiere professionale di Falconara che nell’hub “Paolinelli” di Ancona fingeva di somministrare il vaccino in cambio di denaro (il costo si aggirava intorno alle 300-400 euro); i no-vax che pagavano riuscivano in questo modo a ottenere il Green Pass, tra questi, secondo le indagini della polizia, c’è anche il residente di San Giovanni Lipioni (che vive in provincia di Ancona). L’infermiere agiva anche grazie ad alcuni intermediari che, sfruttando vari canali social, gli procacciavano le persone interessate alla falsa vaccinazione. Gli inquirenti hanno usato telecamere nascoste per riprendere quanto avveniva scoprendo che l’infermiere fingeva di iniettare il vaccino per poi svuotare la siringa nel cestino.

L’infermiere che svuota le siringhe

Nella prima tranche dell’indagine, risalente a gennaio, sono stati eseguiti 45 obblighi di dimora riguardanti gli acquirenti della falsa vaccinazione, in questa seconda fase ne sono stati emessi altri 28, tra i quali quello riguardante l’uomo di San Giovanni Lipioni. Oltre alle misure cautelari, il pm Ruggiero Dicuonzo ha ordinato il sequestro digitale di tutti i Green Pass ottenuti e la loro validità è stata annullata. Oltre ai no-vax marchigiani, per sottoporsi alla falsa vaccinazione, ad Ancona si recavano persone da Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Lombardia e Veneto.

L’operazione ha portato a cinquanta misure di custodia cautelare, tra le quali quattro in carcere. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, alle accuse di concorso in reati continuati di corruzione, falso ideologico e peculato

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