Il rischio chiusura del tribunale di Vasto mette d’accordo maggioranza e opposizione

Anche se il destino dei tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona si deciderà sui tavoli della politica nazionale, il Consiglio comunale di Vasto non rinuncia a far sentire la propria voce unanime contro la soppressione. Ieri la convergenza di tutte le forze politiche sul documento approvato nell’aula Vennitti, oggi i commenti.

Consiglio comunale di Vasto durante la seduta di ieri

«In questi lunghi anni di battaglia – dichiara il sindaco, Francesco Menna – grazie ai parlamentari, al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e al Consiglio comunale, si è riusciti ad evitare la chiusura del palazzo di giustizia, fatto che purtroppo invece si è verificato in tante città d’Italia. Il nostro territorio si vede costretto a battersi contro le infiltrazioni criminali e le associazioni per delinquere. Mai come questo momento, anche in virtù dei recenti accadimenti di cronaca, è importante ribadire la necessità di un presidio».

«Esprimo grande soddisfazione per il lavoro portato a termine in questi giorni da tutti i componenti dell’ assise civica e per la costruttiva cooperazione ed interazione scesa in campo», afferma la vicesindaca, Licia Fioravante. «Terrò sempre alta l’attenzione su questo tema impegnandomi a fare ciò di quanto più necessario affinché giunga al ministro Cartabia la necessità di assicurare al nostro territorio questo importante presidio di legalità. Per il momento auspico che sia almeno accolta la ragionevole richiesta di proroga della chiusura fissata al 14 settembre 2022».

Stessa soddisfazione proviene dagli scranni dell’opposizione. «Apprezzo – commenta Alessandra Notaro della Buona stagione – il contenuto della delibera che traccia con chiarezza e obiettività la vicenda, ponendo in evidenza le criticità di una eventuale soppressione. Questa nefasta ipotesi avrebbe ripercussioni pesanti sia per la sicurezza del nostro territorio, esposto ad infiltrazioni della malavita organizzata, sia per il profilo socioeconomico, realizzando certamente un impoverimento del tessuto sociale anche dal punto di vista culturale e dei servizi al cittadino».

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