Chiusura tribunali, Marsilio: «Approvare emendamenti per i due anni di proroga»

Due anni di proroga della chiusura dei tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Ortona, fissata a settembre 2022 per poi lavorare ad altre soluzioni. È la posizione che emerge dal confronto di oggi tra il presidente della Regione Marco Marsilio con i parlamentari abruzzesi, i sindaci dei Comuni interessati, i presidenti degli Ordini degli avvocati di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto e con i presidenti delle Province dell’Aquila e di Chieti. La riunione di oggi, tenutasi in videoconferenza, arriva dopo l’incontro con la ministra della Giustizia Marta Cartabia, in vista della discussione degli emendamenti al decreto Milleproroghe.

«La ministra Cartabia ci ha chiesto del tempo per un esame approfondito della situazione con gli uffici del Dicastero – ha riferito Marsilio –  ed, al momento, non sappiamo se si farà portatrice di un sua proposta alternativa, ad oggi non ancora formalizzata, rispetto agli emendamenti presentati con l’obiettivo di ottenere la proroga della chiusura per i tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto». L’Abruzzo deve però continuare a lavorare per far valere le sue istanze.

«Chiedo ai parlamentari abruzzesi di approvare subito un emendamento che consenta di arrivare alla concessione di due anni di proroga. Questo – ha sottolineato Marsilio – da un lato ci consentirebbe di affrontare, nel merito, l’eventuale proposta che ci verrà fatta dal Ministero e dall’altro di farlo anche da una posizione di forza.  È certo, invece, che se rinunciassimo a far approvare dalle Commissioni un emendamento che conceda la proroga – ha proseguito – saremmo costretti poi ad accettare ad occhi chiusi la proposta ministeriale senza avere la possibilità ed il tempo di un effettivo confronto con i territori e con i portatori di interesse. E sarebbe un vero peccato – ha aggiunto il presidente della Regione – anche perché da parte della ministra Cartabia c’è apertura e disponibilità al dialogo visto che, tra l’altro, ha avuto modo di verificare che da parte dei territori non solo non ci sono atteggiamenti ottusi ed intransigenti ma, anzi, c’è ampia disponibilità ad entrare nel merito ed a ragionare insieme su possibili soluzioni alternative».

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