Giro d’Italia al via, inizia la lotta per la maglia rosa: due favoriti

Ci siamo, con la Grande Partenza di oggi, sabato 6 maggio, prenderà il via l’edizione numero 106 del Giro d’Italia. Dal cronoprologo Fossacesia – Ortona che metterà in mostra la Via Verde e la Costa dei Trabocchi ci saranno 21 giorni di gare, imprese ed agonismo puro, che come sempre caratterizzano la Corsa Rosa, un evento sportivo unico che sa unire l’Italia in un grande e simbolico abbraccio. Ma quale corridore dopo l’ultimo arrivo a Roma, potrà fregiarsi della tanto agognata Maglia Rosa?

Remco Evanepoel

Il vincitore dello scorso anno, l’australiano Jai Hindley, non ci sarà e quindi la caccia  al suo successore è aperta. Tra i grandi favoriti ci sono il campione del mondo Remco Evenepoel, stella della Soudal Quick-Step e Primož Roglič che corre per il team Jumbo-Visma. In questo inizio di stagione i due hanno dimostrato di essere forse più di un gradino sopra alla concorrenza nella lotta per la classifica generale. Se non bastasse la probabile superiorità in salita, il percorso di questa edizione prevede ben 3 tappe a cronometro, per un totale di 73,2 km, che esalta ulteriormente le caratteristiche dei due campioni.

Alle loro spalle c’è un folto gruppo di corridori che, oltre a lottare per il terzo gradino del podio, faranno di tutto per provare a mettere i bastoni tra le ruote dei due principali candidati. I due più temibili potrebbero essere Joao Almeida e Geraint Thomas: corridori dalle caratteristiche comparabili, forti a cronometro ed abituati ad affrontare le lunghe salite di passo e di rapporto. Thomas è il teorico capitano di una Ineos che avrà in Tao Geoghegan Hart una seconda carta di lusso. Al primo passo falso del gallese, il vincitore del 2020 potrebbe prendere in mano una delle squadre più complete e forti del Giro. Scalatore di alto livello anche il russo Aleksandr Vlasov, punto di riferimento della Bora Hansgrohe. Occhio anche ai vari Thibaut Pinot, Hugh Carthy e Damiano Caruso, il più quotato degli italiani dopo i forfait degli abruzzesi Giulio Ciccone e Dario Cataldo.

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