Non solo il tanto promesso nuovo ospedale di Vasto, ora anche futuro del vecchio San Pio da Pietrelcina scatena un forte scontro politico.
«Il disegno sembra prendere sempre più forma e nonostante il fumo negli occhi buttato da questa maggioranza di centrodestra i cittadini iniziano a capire il triste futuro che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno sentenziato per il territorio: non avremo più un ospedale ma una casa di comunità, mortificando l’offerta sanitaria di un bacino di 100mila utenti. A dircelo è stato nei giorni pasquali proprio il direttore generale Schael, nominato e voluto dal centrodestra, che probabilmente nella speranza della distrazione dei cittadini, annuncia a sindaci e assessori locali come sarà fatta ‘la festa’ al nostro territorio” ad affermarlo è il consigliere regionale Pietro Smargiassi.
Secondo il rappresentante del Movimento 5 Stelle, «l’equazione è semplice: il fantomatico nuovo ospedale di Pozzitello, che sarà realizzato a data da destinarsi e senza nessuna certezza, dovrebbe sostituire il San Pio ma nel frattempo il San Pio diventerà già una casa di comunità. Il risultato è che non avremo più un ospedale, visto che della nuova struttura vedremo forse la luce tra dieci anni, e dico forse perché se ne parla sempre alla vigilia di ogni competizione elettorale per poi scomparire dai tavoli di lavoro magicamente dopo ogni elezione avvenuta. Una vergogna. L’assessore Verì, nell’ultima seduta di commissione sanità richiesta dal M5S per sapere cosa accadrà con i nuovi ospedali, ha sostenuto che Vasto e Lanciano sarebbero rimasti Dea di 1° livello. Vasto con una “vocazione chirurgica” e Lanciano con una “vocazione di medicina generale” ma entrambi comunque ospedali. Si è dimenticata di dire però che a parole avremo nuovi ospedali ma nei fatti di certo c’è solo che il San Pio diventerà una casa di comunità. Sia chiaro niente contro le case di comunità, sono importanti presidi di medicina territoriale, che dovrebbero però supportare la funzione degli ospedali e non sostituirli. A Vasto avremo un poliambulatorio e nulla di più. Il problema non tocca solo la città di Vasto, ovviamente, ma tutta la nostra area sarà coperta da “ambulatori” o case di comunità: a Casalbordino, a San Salvo e a Vasto. Ben tre in un’area di 20 km dove da anni promettono un nuovo ospedale. Appare evidente che dopo Ortona anche Vasto e Lanciano finiranno per vedersi chiuso il nosocomio. Strutture depotenziate pian piano, reparti chiusi e mai riaperti, servizi esternalizzati e mai reintrodotti. L’accentramento dell’offerta sanitaria individuata solo tra Pescara e Chieti continua nel silenzio assordante di tutti. Anestetizzati da questo centrodestra a trazione Fratelli d’Italia, che sarebbe più opportuno chiamare Fratelli di tagli, faremo la fine della rana bollita, messa a morire in pentola constatando la propria ingloriosa fine solo quando ormai è troppo tardi».