Se esiste un angolo d’Abruzzo che negli ultimi anni si è rivelato ai riflettori dei media italiani e non, entrando prepotentemente sulle mappe turistiche di migliaia di viaggiatori e visitatori, quello è sicuramente la Costa dei Trabocchi. Su questa parte di litorale chietino che si snoda tra olivi secolari, antichi monasteri e calette incontaminate, puntellate qua e là dalle misteriose e quasi ataviche macchine da pesca chiamate appunto trabocchi, si è rivolta quasi magicamente l’attenzione del mondo che improvvisamente ha iniziato a frequentare le spiagge, i ristoranti ed i piccoli borghi storici che da Ortona a San Salvo caratterizzano questa pittoresca parte della nostra regione. Da qualche anno quindi, parallelamente all’apertura di esercizi commerciali e strutture ricettive ed all’organizzazione di grandi eventi ci si è iniziati a porre il problema, sempre piuttosto scottante in Abruzzo, di come promuovere, e valorizzare al meglio un millenario patrimonio fatto sì di bellezze naturali e paesaggistiche, ma anche di storia, arte ed enogastronomia, e soprattutto di come veicolare al meglio con i moderni mezzi tecnologici offerti dal mondo del digitale una mole così grande di informazioni.
Ne abbiamo parlato con Emanuele Verì, nato a Lanciano ma residente a Rocca San Giovanni che da qualche tempo ha ideato e lanciato “InVia dei Trabocchi” una nuovissima applicazione per smartphone dedicata a tutti quelli che desiderano conoscere e visitare la Costa dei Trabocchi.
La prima domanda con cui inizia la nostra chiacchierata non poteva non riguardare come nasce l’idea di creare questa app ed a tal proposito Emanuele afferma «InVia dei Trabocchi è un’applicazione nata in seguito allo sviluppo della Costa dei Trabocchi: sviluppo reso possibile grazie alla creazione della pista ciclopedonale sull’ex tracciato ferroviario. L’idea di base – continua Emanuele – è quella di offrire un servizio che aiuti i turisti a vivere meglio il nostro territorio, garantendo delle strategie digitali oggi essenziali».
Ma perché la scelta di utilizzare la nomenclatura “In Via”? Emanuele ci confida che questa scelta può essere interpretata in due modi: «La prima vuole ricollegarsi al fatto che il visitatore, trovandosi fisicamente sulla Via dei Trabocchi, può usufruire della nostra app in modo facile, scannerizzando i codici qr reperibili in diversi angoli del territorio ed ottenendo sul proprio smartphone le descrizioni storiche, logistiche e l’agenda culturale del periodo, tutto in un unico contenitore digitale. La seconda prosegue – riguarda la possibilità di salvare e condividere i luoghi della propria vacanza, gli itinerari seguiti, i sentieri percorsi e le esperienze più suggestive. La nostra app è già scaricabile sul Playstore Android e sull’App store Ios, seppur ancora in una versione prototipo: abbiamo riflettuto molto – conclude – sulla scelta di lanciarci sul mercato delle app con un prodotto che ha ancora bisogno di sviluppo, ma siamo convinti che la presenza sia un mattone decisivo per mostrare che valore può avere un progetto che lega tutti gli attori della Costa dei Trabocchi…del resto quando si è determinati personalmente si può creare un intento che diventa collettivo».
Sono molti infatti i collaboratori e svariate le professionalità che insieme all’ideatore lavorano quotidianamente per la crescita e lo sviluppo di questa applicazione «Chiaramente non potrei fare tutto da solo ed insieme a me esiste uno staff che lavora dietro questa applicazione e che ha come “vision” la realizzazione di un brand per la Costa dei Trabocchi che la renda famosa in tutto il mondo proprio per le sue caratteristiche di unicità. Al momento – continua- abbiamo un team che si occupa dello sviluppo e delle traduzioni per rendere questa app disponibile ai turisti internazionali. Questo nutrito staff è composto da Ilaria Verì, Alex Zelianin e Anita Fabrizio (che si occupano delle traduzioni in lingua inglese), Maurine Fucito e Loris (traduzioni in francese) ed Anna Walker (tedesco). A creare gli itinerari ci pensa Adenia Verì, insieme alla guida ambientale Anna Alleva, mentre Luciano D’Antonio ricopre il ruolo di responsabile del reparto grafico e sviluppatore del sito internet, insieme al media manager Francesca Cicognini. Del gruppo fanno parte anche – afferma il nostro interlocutore – Daniele Verì e Salvatore Palella nelle vesti di sviluppatori e Marino Testa nel ruolo di fotografo».
Visitatori e turisti dunque sono i primi e naturali fruitori di questo servizio, ma per ogni nuovo prodotto, ancor più se digitale, va individuato con precisione ed attenzione un particolare target ed a tal proposito l’ideatore di “InVia dei Trabocchi” afferma «Questa applicazione si rivolge ai turisti che visitano, o che hanno intenzione di visitare, questo tratto di costa: l’app è sviluppata per mostrare tutte le informazioni funzionali alla visita di spiagge, trabocchi, monumenti e luoghi di intrattenimento presenti nei comuni della Costa dei Trabocchi, in modo chiaro e veloce. Inoltre – continua Emanuele – in accordo con le varie amministrazioni dei centri urbani costieri, stiamo provando a raccogliere in un’unica agenda tutti gli eventi e le proposte culturali del territorio. Questo perché riteniamo che offrire un calendario condiviso e comune possa facilitare la fruizione turistica e aumentare l’attrattiva della zona: i valori fondamentali che portiamo avanti sono connettività e inclusività, infatti quest’ app è stata sviluppata per consentire ai turisti di organizzare la loro vacanza usando vari parametri di ricerca come, ad esempio, la selezione di strutture ricettive, itinerari o locali in grado di accogliere persone con disabilità cercando di migliorarne e facilitarne il soggiorno».
Migliorare e rendere più agevole e gradevole il soggiorno sulla costa, sono dunque alcune delle mission che “InVia dei Trabocchi” intende perseguire. A tal proposito abbiamo chiesto al nostro intervistato perché il turista dovrebbe scaricare questa app e quali sono i vantaggi che derivano dal suo utilizzo «Il vantaggio che più salta all’occhio è la possibilità di ottenere tutte le informazioni necessarie nella stessa applicazione anziché visitare decine di siti internet o applicazioni diverse, spesso sbrigative, poco aggiornate o prive di traduzioni. Inoltre attraverso l’app si possono effettuare una serie di azioni che provo a sintetizzare velocemente: salvare i propri locali preferiti in modo da poterli visualizzare a piacimento, trovare la sentieristica dei principali itinerari naturalistici presenti sul territorio, catalogati per settore (bike, nordic walking, trail running, trekking inclusivi per jolette e triride, forest bathing), condividere il link di un determinato luogo attraverso qualunque app di messaggistica, cercare questi luoghi attraverso la casella di ricerca, scannerizzare i codici qr presenti nei pressi dei trabocchi o di punti turistici, ottenendo informazioni storico – logistiche adeguate e aggiornate, visualizzare i punti di interesse più vicini alla propria posizione attraverso il sistema Gps, oppure applicare dei filtri per ottenere la lista dei luoghi, dei locali o delle spiagge con determinate caratteristiche (ad es. spiagge con la sabbia, locali con menu vegani o ancora l’elenco delle chiese presenti sul territorio) oppure appartenenti ad un determinato comune».
Il nostro discorso non può non vertere quindi sui numeri che la app ha ricevuto in termini di utilizzo da parte del pubblico e su quali sono le azioni da intraprendere, nel medio e lungo periodo, per la crescita e l’espansione dei servizi che “InVia dei Trabocchi” offre «A tal proposito – afferma Verì – è opportuno ricordare che abbiamo già ottenuto risconti positivi dalle amministrazioni dei comuni di San Vito Chietino, Fossacesia, Rocca San Giovanni, che hanno dimostrato di appoggiare il nostro progetto patrocinandolo concretamente. Chiaramente ci aspettiamo che anche i prossimi appuntamenti in programma con le istituzioni portino allo stesso risultato: in queste prime settimane di lavoro abbiamo verificato che i cittadini riconoscono il lavoro delle amministrazioni sul “branding” della destinazione Costa dei Trabocchi e aver ottenuto l’appoggio dei comuni ci rafforza nella credibilità. Gli esercenti e i cittadini avvicinati – continua – sentono il bisogno di fare “rete” in modo fattivo e percepiscono che il digitale può essere la strada giusta da percorrere, inoltre vedere la determinazione e la professionalità dei giovani del territorio riscuote sempre entusiasmo e partecipazione. È giusto anche ribadire che l’app deve ancora svelare tutto il suo potenziale, e chi la scarica ora troverà solo parte del servizio, ma è normale secondo noi, prevedere un tempo di lancio, in cui affinare le dinamiche di sviluppo interne, ottenere l’allineamento di esercizi privati ed enti pubblici e avanzare in modo oculato verso il cento per cento del potenziale. Il download dell’app è volutamente gratuito, e così rimarrà, proprio per spianare la strada alla grande diffusione e partecipazione che vogliamo ottenere».
Inevitabilmente il discorso prosegue sul perché si sia scelto di raccontare e far conoscere questa parte del nostro Abruzzo e su questo argomento la risposta del nostro interlocutore è molto chiara «Negli ultimi anni i turisti hanno conosciuto molteplici metodi per ottenere informazioni come il semplice Google o Trip Advisor, tuttavia questi strumenti dovendo coprire aree enormi non riescono ad entrare nello specifico rispetto a ciò che ogni singolo luogo ha da offrire. E nel caso della nostra costa questo sarebbe davvero un gran peccato, abbiamo una pista ciclabile molto estesa, che può soddisfare anche i turisti più esigenti, collegando riserve, monumenti, spiagge e locali. Tuttavia c’è ancora molto da lavorare, la pista ciclopedonale sta senza dubbio riscuotendo tanto successo ma a questo successo deve ancora corrispondere un adeguato miglioramento turistico, infrastrutturale e anche economico, una situazione questa che ci ha spinto a presentare questo progetto».
Navigando sul playstore abbiamo notato che sono poche e spesso superficiali le app che raccontano l’Abruzzo e quella della promozione turistica è uno “tallone d’Achille” storico della nostra regione ed anche su questo argomento Emanuele sembra avere le idee piuttosto chiare «Penso che l’impatto del digitale sia stato forte non solo da noi, qualunque gemma, prima nascosta al turismo di massa, riservata solo agli abitanti, è stata spinta a diventare all’improvviso una destinazione turistica. Si è trovato avvantaggiato chi aveva già un expertise forte nel marketing del territorio, come il Trentino Alto Adige, la nostra regione invece essendo legata a risorse fatte di economia reale, spesso rurale, si è trovata quasi a rincorrere una dinamica di branding e di offerta turistica che aveva praticato solo in distretti isolati.
Questo voler afferrare – prosegue Verì – un risultato senza averlo prima costruito con basi solide ha procurato qualche pasticcio, sicuramente dei ritardi, ma è possibile che questo ora si riveli una sorpresa positiva; le aree protette, che tanto hanno fatto discutere le cittadinanze per i vincoli che avrebbero portato, si rivelano adesso enclavi preziose, distretti poco centrificati, non industrializzati, ove gli spazi di fruizione non sono adatti a un turismo di massa, come la Costa dei Trabocchi e le sue riserve naturali interne, si scoprono più attrattive delle grandi e famose destinazioni turistiche “da cartolina”.
I dati sullo Slow Tourism sono in sorprendente aumento, anche come richiesta internazionale, e noi siamo i più adatti a offrire esperienze legati ai piaceri autentici…i nostri prodotti del territorio genuini, i vini sempre più biologici, i trabocchi che fanno rivivere la semplicità di una pesca di prossimità, la nostra storia, legata a dinamiche di duro lavoro e grande devozione religiosa che ancora oggi riverbera nelle celebrazioni folkloritstiche con tutta la sua intensità: Sono queste le esperienze autentiche cercate dai nuovi turisti, che sono sempre più attivi, noi dobbiamo solo imparare a comunicare bene a loro ma anche a muoverci insieme. Del resto la buona comunicazione vuol dire competenza agli occhi del visitatore, e la costruzione di reti tra noi operatori locali ci stringe in un’amicizia fruttuosa per tutti…sono convinto che i Gal e il consiglio intercomunale della Costa dei Trabocchi abbia ben chiare queste linee programmatiche».
La Costa dei Trabocchi, come abbiamo ricordato all’inizio dopo anni di oblio sta conoscendo un periodo che potremmo dire di “rinascita” e con Emanuele Verì a conclusione del nostro incontro, parliamo di quali sono gli aspetti, le iniziative ed anche le infrastrutture necessarie per migliorare l’accoglienza turistica «Innanzitutto – afferma – trattandosi di una ciclabile bisognerebbe aumentare le rastrelliere ed i servizi per il cicloturismo e pubblicare dei bandi per realizzare strutture e spazi attrezzati per i ciclisti. Il passo successivo, sarebbe quello di migliorare la capienza e la gestione dei parcheggi, creando magari aree di raccolta nei pressi delle stazioni ferroviarie o degli accessi alle spiagge. Bisognerebbe – conclude infine – migliorare la ricettività inclusiva e il turismo naturalistico attraverso dei collegamenti con le valli interne ed i luoghi più iconici del distretto Sangro – Aventino e della Majella orientale».