Per collocare un dipendente in cassa integrazione straordinaria a zero ore servono motivazioni oggettive. Lo ha stabilito la giudice del lavoro del Tribunale di Vasto, Silvia Lubrano, che ha accolto il ricorso proposto dagli avvocati Carmine Di Risio e Marialucia D’Aloisio per conto di C.N., un dipendente della Pilkington collocato in Cigs a zero ore. Una decisione, quella presa dall’azienda di San Salvo, ritenuta illegittima nella sentenza emessa il 12 aprile.
Nelle motivazioni del verdetto si legge che i criteri adottati per la scelta dei lavoratori da porre in Cigs «sono del tutto generici, opinabili e non obiettivi, e, oltretutto, non è dato comprendere quale sia l’ordine di priorità tra essi. Ciò determina la conseguenza che, di fatto, i criteri pattuiti rimettano al mero arbitrio della Pilkington la scelta dei lavoratori prima da sospendere e poi da ricollocare, senza che di questa sia possibile una valutazione di conformità tra quanto stabilito in sede alla procedura di Cigs e quanto effettivamente posto in essere dal datore nella successiva fase esecutiva».
La giudice ha condannato la Pilkington «al pagamento, in favore del ricorrente e a titolo di risarcimento del danno, di una somma pari alla differenza tra la retribuzione che gli sarebbe spettata per il predetto periodo qualora fosse stato inserito tra i dipendenti collocati nella rotazione e il trattamento di integrazione salariale percepito nel corso della Cigs, oltre alla maggior somma tra interessi legali e rivalutazione monetaria, dalla proposizione del ricorso al saldo».