Pathos e devozione accompagnano il Cristo morto per le strade del centro storico

Una grande e collettiva espressione di pietà popolare: è con queste parole che potremo definire il sacro corteo che nel giorno del Venerdì Santo ha portato in giro per le strade di Lanciano la rievocazione del funerale di Gesù Cristo. Una pietà di tanti, confratelli e non, che con grande anticipo hanno atteso che, lungo corso Roma, si disponesse la Solenne Processione, il cui punto centrale, neanche a dirlo, è la pesante bara con la statua del Cristo Morto. Proprio nei confronti di questo simulacro si è sempre intrecciato un filo composto di mistero e religiosità, la prima dovuta alla leggenda secondo cui a realizzarlo fu una suora di clausura del convento delle Clarisse, poi impazzita dinanzi alla straordinaria bellezza del Figlio di Dio. La seconda si rende concreta nei ricchi tappeti che dai palazzi dei quartieri del centro, omaggiano il Cristo e dalla miriade di petali, colorati e profumati che dagli stessi balconi cadono sugli ori barocchi e sui basamenti dei talami della Passione sorretti da giovani e bambini in ricordo dei simboli e gli strumenti di tortura legati alle ultime ore di vita del Signore.

Durante la solenne processione, che incede sotto le struggenti note dei maestri Masciangelo e Bellini, eseguite quest’anno dall’orchestra di fiati “Pietro Marincola” il tempo sembra fermarsi, sospeso in un vortice emotivo che colpisce anche chi solitamente è poco incline al fervore delle manifestazioni religiose. I confratelli hanno sfilato come da tradizione a volto scoperto insieme alle consorelle alcune delle quali hanno sorretto le statue di Maria Addolorata, Maria di Cleofa e Maria di Magdala che insieme piangono la morte di Gesù. Un rito funebre ma che è al tempo stesso simbolo di rinascita con la pannarola nera che ricorda la vela di una nave e i cui fiocchi sono stretti in mano da bambini piccolissimi: un simbolo forte di rinascita e rinnovamento che anticipa la Resurrezione della notte di Pasqua e che ha un significato speciale visto che questa edizione segna il definitivo ritorno alla normalità post-Covid di un appuntamento che, a distanza di anni, sa sempre scaldare i cuori dei lancianesi.

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