Da vent’anni Francesco Malavolta, fotogiornalista calabrese, racconta i flussi migratori con attenzione e grande umanità. Un lavoro prezioso, che porta alla ribalta storie di sofferenza, spesso poco note perché non diffuse dall’informazione mainstream. Questa mattina, su iniziativa dell’Anpi Vasto, Malavolta è stato ospite delle Giornate Umanistiche del Polo Liceale Pantini-Pudente. Di grande impatto i suoi scatti, che raccontano il dramma dei ragazzi costretti a lavorare nelle miniere d’oro in Burkina Faso, poi gli scatti delle migrazioni nel Mediterraneo, quelle nell’est Europa tra fango, neve e confini blindati. Nel suo racconto, Malavolta, punta ad abbattere i tanti luoghi comuni che accompagnano la narrazione dei fenomeni migratori. «Ci vorrebbe più conoscenza delle storie di chi scappa, sono uomini e donne e non numeri».
Nel riportare tante delle storie da lui fissate in immagini, ricorda come «si va via quando non ci sono le condizioni fisiche per poter più restare». Ma oggi ci sono tanti, troppi muri, «non solo fisici ma soprattutto mentali e culturali»
Con il fotogiornalista italiano è arrivata anche la sua mostra Popoli in movimento – Quando gli immigrati eravamo noi, che fa un parallelo tra le storie di immigrazione degli italiani, tra ‘800 e ‘900, e le migrazioni di oggi, diverse per luoghi di provenienza ma simili per motivazioni e storie personali. La mostra sarà al Pantini-Pudente fino al 1° aprile, per poi spostarsi, dal 4 aprile al Polo Liceale Mattioli per poi proseguire il suo viaggio grazie alla collaborazione con l’Anpi, l’assessorato alla Cultura di Vasto e l’archivio fotografico della Fondazione Paolo Cresci.