L’abruzzese Maura Chiulli tra i candidati al Premio Strega 2023

C’è anche l’abruzzese Maura Chiulli tra i candidati al Premio Strega 2023. Il libro della scrittrice pescarse, Ho amato anche la terra (Hacca Edizioni), è stato scelto tra gli 80 candidati da cui la giuria selezionerà la dozzina dei finalisti. A presentare il libro di Maura Chiulli è Raffaele Nigro, caporedattore Rai, narratore e saggista.

«Seguo da tempo l’esperienza narrativa di Maura Chiulli, una delle voci più interessanti dell’Abruzzo, una regione che ci ha mostrato con la Di Pietrantonio come sia fondamentale nella nostra letteratura ascoltare l’espressione creativa della provincia. E suggerisco con convinzione la lettura di questo romanzo – monologo venato di poesia, costruito sullo struggente conflitto tra la voce narrante e il proprio corpo. Due soggetti che non riescono a trovare un punto d’incontro tra loro e che danno luogo in questa dissonanza a un dramma espressionistico di grande attualità.

Allargarsi al punto vita è un disastro, in un tempo in cui tutti sognano di essere magri, e vedersi crescere la pancia, il petto e le cosce è insopportabile. Questo è il dramma dei drammi nel tempo in cui viviamo, abitato da creature efebiche e smagrite, da indossatrici filiformi e Maura Chiulli sa dare voce al corpo deformato della sua protagonista. Originaria di Pescara come l’autrice di questo romanzo, quarantacinque anni, l’io narrante di Ho amato anche la terra desidera sparire, perché vorrebbe essere amata ma si sente al contrario solo un copro pesante e inguardabile che tutti rifiutano. Così quando il gruppo nel quale si ritrova a trascorrere momenti di allegria la bolla con sgraziato divertimento come “porco”, un gioco anche banale si trasforma in dramma. Il compagno, Marco si è allontanato proprio perché è disgustato dai chili di troppo che la compagna sparge nel letto e persino Martina, l’amica del cuore, non può fare a meno di ridere quando sono davanti allo specchio. Così lei si ritrova afflitta da profonda solitudine nella sua casa rifugio e prigione di Centocelle, a Roma, dove è venuta ad abitare dopo la laurea in Economia e nella piccola banca di periferia dove ha trovato lavoro. La lotta di questa donna si scatena dunque contro il proprio corpo, con il quale non riesce a trovare un punto di accordo. Eppure c’è stato un tempo, in età adolescenziale, quando quel corpo ha seguito docilmente il desiderio di chi lo possedeva, si è assoggettato a dimagrire e a darle conforto. Allora anche mamma e papà si sono mostrati più dolci con lei, hanno mostrato di sentirsi fieri e felici per la sua presenza. Poi quel momento di magia è tramontato, man mano che i chili crescevano e il grasso debordava.

La Chiulli riesce con un monologo incalzante e in un linguaggio quotidiano a far parlare il corpo stesso, assegnandogli un vocabolario e una voce propri, costruendo attraverso i gesti una geografia emotiva che sorprende il lettore, pur mostrandogli ciò che gli è già noto. È dunque proprio la scrittura a esaltare la narrazione, in una continua alternanza di tensione e grazia, ferocia e delicatezza, gioia e malinconia».

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *