“1000 anni di San Salvo”: il 4 marzo il convegno sulle origini della città

Prima iniziativa dell’Archeoclub di San Salvo, nato da poco più di due mesi. Sabato 4 marzo (ore 17.30) si terrà il convegno 1000 anni di San Salvo. Alla ricerca della nostra identità con la partecipazione del presidente nazionale Archeoclub d’Italia Rosario Santanastasio.

Il convegno, introdotto dalla presidente dell’Archeoclub San Salvo Silvia Daniele e moderato dal segretario Fabio Travaglini, metterà a confronto tre riconosciuti esperti della storia e dell’archeologia: Davide Aquilano, Giovanni Artese e Franco Valente che discuteranno su antichi documenti che farebbero risalire la nascita della nostra città a mille anni fa.

«Delle origini di San Salvo – spiegano gli organizzatori – si conosce molto poco e di un santo che portava quel nome ancora meno, ma due documenti pressoché sconosciuti, trascritti nel Chronicon Volturnense in qualche modo ci permettono di dare una data precisa all’inizio dell’insediamento abruzzese e fare qualche ipotesi. Si tratta del documento 186 (edizione Federici) del febbraio 1022 con il quale l’imperatore Enrico II da Campodipietra confermava una serie di beni a favore dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno tra i quali la “cella di Sant’Angelo di Salavento, soggetta al nostro monastero” nel territorio della Contea di Chieti. Un secondo documento, il 195 (della medesima edizione Federici) permette di capire meglio dove si trovi questa cella dedicata a S. Angelo. È la trascrizione di una offerta di Pandolfo, Conte di Chieti, delle proprietà terriere a favore della cella di Sant’Angelo in località Salavento. L’offerta viene sottoscritta nel gennaio del 1023 e, nel 2023, ricorrono dunque esattamente mille anni dalla sottoscrizione di questa donazione che nella sostanza potrebbe essere considerata l’atto di fondazione della città di S. Salvo perché il suo territorio comunale corrisponde proprio a quello compreso nei confini descritti».

«È una bella circostanza che l’Archeoclub di San Salvo desidera approfondire insieme agli esperti e far conoscere ai cittadini, per proseguire insieme nella ricerca della nostra identità».

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