L’antica arte dei Traboccanti va verso la canditura all’Unesco come patrimonio culturale immateriale della pesca: capofila di questo ambizioso percorso è il FLAG Veneziano – Vegal con un progetto che coinvolge nove Flag appartenenti a sei Regioni (FLAG Chioggia e Delta Po, FLAG GAC FVG, FLAG Costa dell’Emilia-Romagna, FLAG Costa di Pescara, FLAG Costa Blu, FLAG Costa dei Trabocchi, FLAG Marche Nord, FLAG Golfo degli Etruschi). Dopo l’incontro preliminare tenutosi in gennaio a Giulianova, i Flag si sono ritrovati lo scorso 15 febbraio in provincia di Venezia per un ulteriore definizione delle tappe per l’iter di candidatura.
Le tecniche utilizzate per la costruzione delle “macchine da pesca” sono tramandate oralmente da secoli, da quando questi speciali “anfibi” posti tra mare e terra, cominciarono a costellare la costa teatina come testimonia il manoscritto “Vita Sanctissimi Petri Celestini” che narra della vita di Pietro da Morrone che nel 1240 uscendo dall’Abbazia di San Giovanni in Venere ammirava dal Belvedere “il mare calmo, che luccicava sotto il sole della tarda mattina, punteggiato dai trabocchi posti come vedette verso il confine del cielo”. La storia dei trabocchi è anche una storia di esperti fabbri e carpentieri, migranti ebrei giunti sulle coste abruzzesi tra il 1600 e il 1700: la famiglia Verì di origine sefardita, originaria della Francia e gli Annichini di origine tedesca, che si insediarono nel territorio di Vallevò. Seppur datati intorno al XIII secolo, non si può escludere che la loro presenza sia ancora più remota, risalendo addirittura ai Fenici, nè si può obiettare al fatto che oggi rappresentino dei veri e propri “musei” che fino agli anni Sessanta rappresentavano una voce importante della pesca a conduzione familiare.
Con il progetto “Patrimonio culturale della pesca” i FLAG italiani intendono avviare l’iter di candidatura del Patrimonio Culturale della Pesca per l’iscrizione alla lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale Unesco al fine di favorire la conoscenza di mestieri, manufatti e attrezzature collegate alla pesca professionale, in quanto espressione dell’identità delle comunità e dei territori costieri, valorizzare il patrimonio culturale immateriale di mestieri, manufatti e attrezzature collegate alla pesca professionale, individuando azioni di tutela e salvaguardia, comunicare il patrimonio culturale immateriale mediante azioni di comunicazione e con strumenti audiovisivi e azioni locali sui territori interessati.