«Non posso fare nulla per cambiare questa situazione. Dobbiamo solo affrontarla con coraggio». Quella di Vladimir è una delle tante storie nella drammatica storia del conflitto tra Russia e Ucraina. Da oltre vent’anni in Italia, dove vive con la sua famiglia, era nel paese di origine quando, un anno fa, c’è stata l’invasione della Russia. E, come tutti i suoi connazionali maschi tra i 18 e i 60 anni, non ha potuto più varcare la frontiera. Era tornato in Ucraina a dicembre 2021, per un periodo da trascorrere, come sempre, con la famiglia di origine prima di rientrare in Italia per il suo lavoro nel settore turistico. Quando lo avevamo sentito, a marzo, c’era la speranza di poter fare ritorno a Vasto – dove si è stabilito da molti anni – dopo poche settimane. Le vicende della guerra sono ormai note, così come la drammaticità delle conseguenze che lo scontro tra i due Paesi sta provocando.
E così, non potendo lasciare l’Ucraina, insieme a tanti altri connazionali si è dato da fare come volontario nella sua Vinnytsia. «Qui, per fortuna, sto bene. Siamo lontani dal fronte dove ci sono i combattimenti», ricorda Vladimir. «Raccogliamo fondi per comprare ciò di cui hanno bisogno sia le persone rimaste senza niente che i militari al fronte». I combattimenti sono lontani ma anche questa zona dell’Ucraina è stata sotto la minaccia dei missili. «L’anno scorso ne è caduto uno a 500 metri da casa mia. Ma, con l’arrivo dei carri anti-missile, il pericolo è lontano». Si vive ancora la grande sofferenza «perché milioni di ucraini sono rimasti senza casa, senza parenti. Tantissimi sono dovuti andare via». Anche suoi familiari hanno scelto di lasciare il Paese. «Due nipoti che hanno bambini piccoli sono andati in Germania e Polonia. La nipote che è andata in Polonia ha già trovato lavoro, i bambini vanno a scuola, sono stati facilitati dalla lingua più semplice da imparare».
Quella che vive oggi è una «situazione che non possiamo cambiare. Dobbiamo affrontarla e andare avanti». All’orizzonte, però, c’è uno spiraglio positivo. In estate Vladimir compirà 60 anni e non sarà più sottoposto all’obbligo di restare sul territorio nazionale. Potrà così varcare la frontiera, tornare in Italia e riabbracciare sua moglie, la figlia e i suoi amici vastesi. E, ogni giorno, coltiva la speranza di veder tornare la serenità nella sua Ucraina. «Possiamo farcela ma, ancora oggi, serve l’aiuto dell’Europa».
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