Lanciano, Ortona e una pace firmata grazie a San Giovanni da Capestrano

Quella di oggi è una data molto importante per la storia delle città di Lanciano e Ortona: il 17 febbraio ricorre infatti il 596esimo anniversario della firma del Lodo di Pace tra Lancianesi e Ortonesi fortemente voluto da San Giovanni da Capestrano nel 1427. Quest’anno sarà Ortona a ospitarne la commemorazione, alla presenza delle delegazioni delle due comunità e con una messa, presieduta da mons. Emidio Cipollone, nella cattedrale di San Tommaso Apostolo. Questa è una celebrazione importante legata alla storia del territorio frentano e che ci parla di guerra ma anche di una pace divenuta realtà grazie all’intervento ed alla predicazione di San Giovanni da Capestrano.

L’inizio della rivalità tra Lanciano ed Ortona risale al 1250 e precisamente al 4 ottobre quando una nave lancianese fu incendiata nel porto ortonese. La città sentitasi danneggiata da ciò richiese un pagamento come risarcimento e la consegna dei responsabili: Ortona però si rifiutò e ciò incrinò i rapporti tra le due fazioni ed in virtù dei privilegi di Carlo I e Carlo II, Ortona iniziò a boicottare i rapporti commerciali con i lancianesi. Dopo piccole tregue, seguite da altrettante scaramucce tre galee ortonesi assaltarono navi mercantili lancianesi di stanza nel porto di Francavilla.

In tutta risposta Lanciano chiese ed ottenne il permesso dalla regina Giovanna I di Napoli, ad edificare un suo nuovo porto in località Murata Bassa nei pressi del forte di San Vito: i lavori vennero però bloccati da nuove discordie anche se alla fine del ‘300 l’amicizia stretta con Venezia riaccese la speranza di poter realizzare questa nuova struttura. Ortona chiaramente non vedeva di buon occhio tutto ciò e continuava a rallentare la costruzione con azioni militari ed imboscate. La reazione di Lanciano fu furente e dopo una dura battaglia sul fiume Feltrino, sei ortonesi furono fatti prigionieri, mutilati dei nasi e delle orecchie (che secondo la leggenda si trovano murati in una colonna della loggia dove nel Medioevo era ubicata la zecca lancianese lungo corso Roma). A sua volta Ortona intensificò gli attacchi al nuovo porto, catturando una nave con prigionieri e portandola in trionfo nella città di San Tommaso,

Le battaglie tra i due centri non sembravano avere fine così il sovrano Alfonso d’Aragona il 23 settembre 1423 decise d’intervenire facendo riappacificare i due sindaci e vietando ogni forma di rappresaglia o vendetta. Nel dicembre 1426 per preparare al meglio la firma del trattato di pace il frate San Giovanni da Capestrano raggiunse Lanciano e una volta placati gli animi dei rivoltosi mandò ad Ortona il confratello Roberto per la stipula degli accordi che vennero ufficialmente firmati il 17 febbraio nella cattedrale di San Tommaso. Come pegno furono donati due terreni per la costruzione di altrettante chiese: a Lanciano sorse la chiesa di Sant’Arcangelo della Pace e a Ortona quella di Santa Maria della Pace. A Lanciano nella navata principale della chiesa, oggi dedicata a Sant’Antonio di Padova, nel 1976 il pittore Paolo Rivetta realizzò due grandi affreschi dedicati proprio alla guerra ed alla successiva pace tra le due città.

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