Case circondariali di Vasto e Lanciano: «Ridurre internati e inviare rinforzi»

Le possibili soluzioni per ridurre le criticità negli istituti penitenziari di Chieti, Lanciano e Vasto sono scritte in un documento inviato dalle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria al Prefetto Mario Della Cioppa. Le segreterie e i coordinamenti regionali dell’Abruzzo di Sappe, Osapp, Uilpa, Uspp, Fns-Cisl e Fp Cgil chiedono interventi comuni che specifiche per i tre istituti. Occorre «attuare lo scorrimento delle graduatorie nazionali e ripristinare il numero di agenti garantiti lo scorso anno. Nello specifico circa la metà di rinforzi assegnati l’anno scorso ad oggi non è più in servizio, occorre ripristinare almeno il numero delle ultime assegnazioni. Implementare il funzionamento delle R.E.M.S. triplicando il numero dei posti disponibili». E poi «l’accelerazione del progetto di revisione dei circuiti penitenziari regionali, poichè ad oggi in tutti gli istituti abruzzesi convivono circuiti spesso incompatibili tra loro e che aumentano le difficoltà gestionali dei reclusi. Intraprendere una politica gestionale degli istituti improntata a rendere sicuro il lavoro della Polizia Penitenziaria».

Per la Casa Circondariale di Lanciano viene chiesta la riduzione del carico di lavoro, oltre ad una attenzione sul numero del personale, considerando che «con i 7 pensionamenti previsti nei prossimi mesi non si riusciranno più a garantire diritti ai lavoratori già prima del periodo estivo». Serve con urgenza «l’invio di personale «in missione per garantire la copertura ai livelli minimi di sicurezza. Al momento non vi è nessuna forma di sorveglianza esterna e, dato l’elevato numero di ritrovamenti di cellulari, temiamo che gli ingressi illeciti avvengano anche tramite droni».

Nella Casa Lavoro di Vasto «nella fase transitoria occorre ridurre la percentuale di internati psichiatrici in favore di internati che possano lavorare». Si chiede di «aumentare le ore di presenza di psichiatri per gestire queste infermità ed evitare episodi di auto o eterolesionismo». Inoltre non andrebbe «aperto il 3° Piano, chiuso per ristrutturazione, fino all’arrivo del personale necessario».

Infine, nella Casa Circondariale di Chieti, va limitato «il numero di detenuti presenti». E poi va «ridotta la percentuale di detenuti psichiatrici» e incrementata la presenza «di psichiatri per gestire queste infermità ed evitare episodi di auto o eterolesionismo».

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