Venticinque anni fa, il 15 febbraio 1998, Antonio Tartaglia e Günter Huber conquistavano la medaglia d’oro nel bob a 2 alle Olimpiadi invernali di Nagano. Per l’atleta di Casalbordino e il suo compagno di Brunico fu un’impresa storica, raggiunta dopo anni di lavoro e sacrificio. Un risultato importante per l’Italia che, da allora, non è più riuscita a ripetersi nel bob. In quel 15 febbraio di 25 anni fa i cittadini di Casalbordino – oltre che tutti gli abruzzesi – restarono incollati ai televisori per assistere alle quattro manches di discesa dei due campioni azzurri. Dopo una battaglia sul ghiaccio sul filo dei centesimi arrivò una luccicante medaglia d’oro (pari merito con la coppia canadese). E, al rientro in Italia, Tartaglia fu accolto come una star nella sua Casalbordino.
La sua terra, dove da qualche anno è tornato a vivere, non ne ha mai dimenticato le gesta. Cinque anni fa, nel ventennale dell’oro olimpico, all’ingresso di Casalbordino è stato inaugurato il cartello con scritto “città del campione olimpico Antonio Tartaglia“, a sancire in maniera indissolubile e indimenticabile il rapporto della comunità con questo suo figlio che si è fatto onore nello sport fino a raggiungere il massimo livello possibile.
E presto arriverà anche il riconoscimento del Coni, che ha inserito Antonio Tartaglia tra gli atleti azzurri il cui nome sarà impresso sulla Walk of fame al Foro Italico. Rivivere quei momenti regala sempre una grande emozione e fa riassaporare il gusto di quell’impresa. Come ci ha raccontato quando è stato nostro ospite a Chiarotalk, soprattutto nei viaggi in auto, quando è da solo, ripensare a quelle discese sulla pista giapponese, al trionfo, alla medaglia d’oro, fa scendere ancora qualche lacrima di gioia. La medaglia d’oro anche dopo un quarto di secolo continua a conservare il suo peso e il suo valore ed è simbolo di una storia da raccontare, conoscere e tramandare.