È uno degli ordigni più grandi mai ritrovati in Italia e per rimuoverlo sarà necessaria probabilmente una evacuazione di massa. Il sopralluogo degli artificieri del 6° Genio dell’esercito ha evidenziato le caratteristiche dell’ordigno rinvenuto nel centro abitato di Avezzano.
La bomba rinvenuta durante alcuni scavi edili pesa mille libbre: 450 chili di cui 250 di esplosivo, con tutta probabilità amatolo (miscela di nitrato d’ammonio e tritolo).
Ieri il sindaco Giovanni Di Pangrazio ha attivato il Centro Operativo Comunale per la gestione dell’emergenza. La zona del ritrovamento, nel quartiere “Cupello”, è vigilata 24 ore su 24 da polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale.
L’ordigno è stato messo in sicurezza, i militari hanno provveduto a creare una “camicia di terra”. La bomba, che si trovava a una profondità di 5 metri rispetto al livello della strada, ha le spolette integre.
Nei prossimi giorni si riunirà in prefettura un tavolo tecnico per gestire le operazioni, ma pare scontato che bisognerà ricorrere a un’evacuazione di massa.
Avezzano, durante la Seconda guerra mondiale fu oggetto di pesanti e ripetuti bombardamenti degli Alleati che avevano soprattutto l’obiettivo di rendere inoperativa la stazione – che fu rasa al suolo – usata dai tedeschi per portare rifornimenti alle truppe. Secondo le ricostruzioni dello storico Giovanbattista Pitoni, furono sganciate circa 4mila bombe che danneggiarono il 78% degli edifici causando 94 vittime. L’intensità dei bombardamenti portò all’evacuazione della città tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944.
Quattro anni fa, sempre ad Avezzano, fu rinvenuta una bomba di circa 500 libbre. In quell’occasione gli evacuati furono 500.