«Non c’è stata alcuna violenza da parte degli operatori di polizia, non c’è stato alcun utilizzo del taser, non c’è stato alcun abuso all’interno del Commissariato di Vasto». Il Siap (sindacato italiano appartenenti polizia) interviene sui fatti di via Crispi e sul video divenuto virale scatenando un’ondata di commenti sui social network.
«Abbiamo atteso con pazienza e nervi saldi, come siamo abituati a fare per il bene di tutti, che l’ondata di fango e interessata strumentalizzazione calasse di intensità per mettere qualche punto fermo sulla vicenda di pochi giorni or sono. Un normale intervento di supporto di una donna richiedente aiuto è degenerato e si è trasformato in un processo mediatico unicamente per responsabilità della scomposta reazione di un cittadino e della scandalistica ricostruzione dei fatti che molti, per interessi di varia natura, hanno voluto dare. Non c’è stata alcuna violenza da parte degli operatori di polizia, non c’è stato alcun utilizzo del taser, non c’è stato alcun abuso all’interno del Commissariato di Vasto. Ciò che affermiamo è tutto documentato a cominciare dal video integrale e non artatamente confezionato per suscitare scandalo, dagli atti, dai testimoni e dalla presenza all’interno del Commissariato degli avvocati difensori del cittadino fermato. Sarebbe fin troppo semplice affermare che, se non vi fosse stato il rifiuto di fornire i documenti, come per altro previsto dalla legge, tutto ciò non sarebbe accaduto. La questione è più ampia e più grave.
In un contesto in cui ormai si ritiene possibile opporsi anche fisicamente ad un regolare intervento di polizia si passa, senza scrupoli, ad instaurare un processo mediatico distorcendo la realtà e inventando fatti mai avvenuti contro poliziotti pluridecorati per la loro attività contro il crimine. Tutto ciò però è sempre a termine, i colleghi attenderanno serenamente gli esiti degli accertamenti dell’autorità giudiziaria e quando la verità sarà statuita chi ha mentito, inconsapevolmente o per interesse, sarà chiamato a risponderne nelle sedi previste. Unitamente a tutti coloro odiatori di professione che hanno espresso sui social commenti diffamatori».
oramai e’ passato un mese.
possiamo sapere quanti ergastoli hanno dato al poliziotto?
ci sono delle parti civili ?
quanti milioni di euro dovra’ pagare la truppa?
vogliamo sapere tutto !
non e’ questo il modo di dare notizie, con rilevanza nazionale,
per poi semplicemente dimenticarsene…